Crescono il numero e la fama delle donne assaggiatrici di vino. Esiste per davvero un approccio “femminile” alla critica del vino o al suo racconto e, nel caso, come si distingue?
Come membro dell’Associazione italiana nazionale Le Donne del Vino mi rivolgo alle critiche di vino in Italia per saperne di più.
Oggi lo chiediamo a Barbara Brandoli
Barbara è modenese e dopo 20 anni nel management aziendale decide di dedicarsi alla sua vera passione, il vino, a tempo pieno. Sommelier AIS dal 2004, comincia a scrivere di vino come blogger sul suo stesso blog e pubblica anche qualche pezzo su Lavinium. Viaggia, visita cantine, parla con i produttori, assaggia e scrive racconti su questi incontri. Dal 2010 è ideatrice e organizzatrice dell’evento Terre di Vite, docente di corsi sul vino (in modo indipendente, non per qualche associazione), conduce serate a tema unendo vino e arte, vino e musica, vino e letteratura. Spazia prevalentemente nell’ambito dei vini naturali e comunque artigianali.
Quando e come nasce il tuo amore per il vino?
Nasce nei primi anni 2000 dal desiderio di capire di più dei profumi e degli aromi che trovavo nei vini assaggiati al ristorante. In casa mia non c’è mai stata una vera cultura del vino, sulla tavola c’era quasi solo lambrusco, così ho deciso di iscrivermi al corso di Sommelier AIS a Modena e nel 2004 mi sono diplomata. Da quel momento ho iniziato a viaggiare in Italia per visitare zone, vigneti, cantine e ho cercato di approfondire territori e vitigni attingendo soprattutto dall’esperienza e dai racconti dei vignaioli stessi. Ciò che più mi affascina e ciò che mi ha fatto innamorare del vino è stata ed è, l’approccio con le persone che lo fanno. Il vino è un atto culturale, non è solo una bevanda e l’apporto umano e umanistico è fondamentale, veicola le emozioni
A tuo avviso, come e quanto credi sia evoluta la critica del vino negli ultimi 20 anni?
Negli ultimi 20 anni, a mio parere, la critica del vino si è evoluta sicuramente in termini di quantità, nel senso che sono tantissime le persone che scrivono di vino, conducono seminari, organizzano eventi e quindi concorrono alla divulgazione della cultura del vino stesso. Sulla qualità della comunicazione ho dei leggeri dubbi, nel senso che essendosi allargata molto al web, sono tante le persone che scrivono, alcune molto competenti, altre meno. Basta sapersi orientare e scegliere i canali giusti, trovo comunque che internet e i social siano una grande risorsa positiva perché spesso permettono il confronto. Un tipo di comunicazione condivisa, se seguita e fatta da persone appassionate, è senza dubbio più efficace rispetto alle sterili schede di una guida.
Quali sono i tuoi riferimenti?
Il mio maestro è Sandro Sangiorgi, da lui ho appreso l’umiltà, il tempo e l’ascolto profondo durante la degustazione di un vino. Ho imparato a non giudicare ma a “stare nell’esperienza” osservandola e osservando sé stessi, il vino provoca in ognuno di noi delle risposte sensoriali, meno siamo condizionati più è facile percepirle. Subito dopo Roberto Giuliani di Lavinium con il quale collaboro da tanti anni, lo stimo tantissimo sia come degustatore che come critico. Francesco Falcone con il quale ho il piacere di organizzare spesso degustazioni a Modena, mi piace come racconta il vino sia come relatore che come scrittore. Francesco ha una sensibilità straordinaria e un palato eccellente, anche da lui imparo sempre qualcosa. Armando Castagno, le sue commistioni vino-arte sono spettacoli veri e propri, lezioni magistrali uniche e imperdibili. La professionalità, il garbo e la cultura di Castagno fanno di lui, per me, un punto di riferimento. Ne citerei tanti altri, perché da ognuno di essi ho imparato qualcosa: Alessandro Masnaghetti, Luciano Pignataro, Carlo Macchi…
Tra i produttori devo citare Beppe Rinaldi, che per primo mi ha consigliato di continuare sulla strada della comunicazione del vino, Augusto Cappellano che per me è come un fratello, Susanna Crociani, Paola Lantieri, Lino Maga, Elena Conti, Cesare Corazza… e tanti altri che ogni anno incontro
Credi che l’approccio alla degustazione cambi tra uomo e donna?
No, non credo ci siano differenze tra uomo e donna, la differenza la fa l’esperienza e il tipo d’approccio. Più è libero e incondizionato, più il vino restituirà le verità al degustatore
E come cambia l’approccio ai social e/o al modo in cui il vino si racconta nonché alla formazione di settore?
Io credo che i social stiano aiutando il mondo del vino, senza dubbio stimolando la curiosità e ampliando la diffusione della convivialità. Certo è che ampliando il target di persone che leggono commenti o vedono foto di etichette si può anche creare confusione rischiando di far passare un messaggio superficiale e poco chiaro. Ma alla fine io credo che lo stimolo della curiosità e l’ampia diffusione siano un modo per avvicinare le persone alla cultura del vino. Attraverso i social si promuovono anche tanti corsi di approfondimento e serate a tema vino, è un modo diretto di comunicare, l’importante è non cadere nelle trappole delle polemiche sterili o controproducenti. Ma questo vale per tutti i settori, non solo per il vino
Chi vedi nel futuro della critica enologica?
Credo e spero che ci sarà più spazio per il racconto del vino che passi attraverso una visione globale del territorio di provenienza, dei vignaioli e del giusto abbinamento alla cucina locale. Spero si vada verso l’abbandono dei punteggi nelle guide, i premi per il “miglior…ecc., ecc.”. Mi auguro inoltre che la critica sia sempre più libera da condizionamenti commerciali e il più possibile comprensibile alle persone anche meno esperte di vino.
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 1| Stefania Vinciguerra
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 2| Cristiana Lauro
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 3| Monica Coluccia
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 4| Elena Erlicher
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 5 | Chiara Giannotti
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 6 | Divina Vitale
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 7 | Adele Elisabetta Granieri
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 8 | Laura Di Cosimo
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 9 | Antonella Amodio
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 10 | Valentina Vercelli
Critiche e degustatrici: il vino italiano al femminile 11 | Giovanna Moldenhauer
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