di Marco Contursi
Speravo di cuore di non dovere scrivere più di ordinanze scombinate e ristoratori in lacrime, ma mi vedo costretto.
Governo e Regione danno un’altra mazzata al settore, con ordinanze folli per tempistica e contenuti, senza prima prevedere degli ammortizzatori chiari e concreti per un settore che offre lavoro a migliaia di persone.
Si chiude l’asporto alle 21. Che senso ha? O lo abolisci del tutto o lo permetti. Punto. Bastava la norma che prevede in distanziamento e la mascherina e tutto sarebbe filato liscio.
Su feste e cerimonie, il solito casino. In una settimana tra governo e regione ho perso il conto delle ordinanze, spesso poco chiare.
Vietate le feste. Ma una degustazione di 30 persone distanziate posso organizzarla? E si può vietare tutto senza dare a chi ha organizzato il tempo di capire cosa e come fare, avendo nella gran parte dei casi già cacciato migliaia di euro?
Soprattutto, la situazione è davvero cosi nera?
A leggere i numeri, NO.
I positivi sono aumentati, poiché sono aumentati i tamponi. Ma il 97% è asintomatico, i restanti nella quasi totalità con pochi sintomi. Fa eccezione chi era già portatore di gravi patologie.
I numeri di ieri 15 ottobre. 1127 casi. 72 ospedalizzati. 5 in terapia intensiva. A proposito, in tutta la Regione Campania, con ben 6 milioni di abitanti i posti in terapia intensiva sono appena 427 ossia 7 ogni 100mila abitanti. La media più bassa in Italia.
C’è da vergognarsi, altro che urlare.
Convivere col virus, passa inevitabilmente per un aumento dei contagi, non è possibile vivere, pur con restrizioni necessarie, ed al contempo essere sicuri al 100% che il virus non colpisca qualcuno. Ma per fortuna quel qualcuno sarà nella gran parte dei casi, senza grossi problemi. Le persone positive che presentano sintomi vanno curate tempestivamente a casa, così non andranno ad ingolfare gli ospedali, ma ad oggi poco o nulla è stato fatto per prevedere un’assistenza domiciliare tempestiva. Questo è il vero scandalo. Per avere un tampone passano giorni. Per il risultato, altrettanti.
Chiudere tutto invece comporterà una crisi economica senza precedenti con migliaia di persone disperate, e la disperazione, si sa, porta ad atti inconsulti.
Verso di sé e verso gli altri.
Chiudere tutto comporterà un aumento delle diagnosi mancate di altre patologie e quindi da qui a 2 anni un aumento dei morti per tumore e altre patologie non diagnosticate in tempo.
Ma poi, i mesi scorsi non hanno insegnato nulla. Siamo ancora a chiederci cosa voglia dire un’ordinanza dopo la sua promulgazione. Tanto difficile pensare bene prima cosa scrivere, in modo che non ci siano interpretazioni dubbie? Tanto difficile pensare bene prima cosa scrivere, in modo che non ci siano provvedimenti che cozzano col buon senso, come quello di vietare l’asporto dopo le 21?
Vergognarsi, altro che urlare.
La fase è sicuramente delicata e deliri di onnipotenza o scelte caratterizzate da cecità verso chi le subisce, non possono essere ammesse. Già in alcune città ci sono state manifestazioni violente, che vanno condannate ma che purtroppo sono prevedibili.
Non è possibile chiudere neanche un gabinetto, senza che prima la cassa integrazione sia arrivata a tutti. Non è possibile che migliaia di persone mantengano stipendi e privilegi e ad altre migliaia venga chiesto il sacrificio estremo.
Non è possibile che la ristorazione paghi colpe non sue. Non è possibile amministrare la res pubblica se si è pazzi esaltati, o nella peggiore delle ipotesi, incompetenti.
Non è possibile condannare a morte migliaia di attività, senza riscontri puntuali che sia l’unica cosa da fare, senza prevedere soluzioni alternative, senza prevedere immediate e concrete misure di sostegno.
Non è possibile farlo, pensando di farla franca.
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