Covid 19: non uccideteci. La lettera di 500 proprietari di locali di Caserta e Sannio condannati alla chiusura dopo le ultime due ordinanze di De Luca

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LETTERA APERTA ALLA REGIONE, ALLE ISTITUZIONI.
Sulla morte dell’entroterra Campano

Noi siamo uno dei moltissimi paesini di 2000/3000 abitanti, una di quelle fantastiche cartoline che vi piace vedere la domenica. Noi siamo quell’area dimenticata che ostentate per le biodiversità della Campania. Noi siamo la terra del vino riconosciuto in tutto il mondo. Paesini con almeno 10 km di distanza, nuclei urbani e metropolitani inesistenti, senza centri commerciali, con solo in rarissimi casi le piazze affollate che restano comunque facilmente gestibili.

Da diversi giorni raccogliamo l’allarme dei nostri oltre 500 associati. Troppe aziende vengono umiliate e distrutte per rispondere a esigenze di numeri e statistiche che nei fatti non corrispondono.

Noi oggi chiediamo e pretendiamo urgentemente venga riconosciuta la differenza tra le aree a bassa densità di popolazione e quelle dei centri metropolitani e costieri. Chiediamo un connettore con la Regione o un rappresentate costante per poter dialogare nell’interesse comune. Chiediamo la messa in campo di strumenti finanziari per contrastare l’emergenza. Chiediamo vengano analizzate e comprese le perdite del Wedding e come sostenerle. Chiediamo alla task force della Regione di venire a visitare quello ad oggi voi non conoscete: il territorio del Sannio ed Alto Casertano.

La nostra disponibilità, dopo anni di sacrifici, non può essere un suicidio dato da regole incomprensibili. Noi oggi non chiediamo di sopravvivere ma di far sopravvivere un intero territorio. Che ci è troppo caro per poterlo lasciar morire.

Dialogando, o combattendo, perché rimanga la primizia d’Italia e del Mondo.

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