di Marco Contursi
- La sanità impreparata. Non siamo a marzo, sono passati 7 mesi e sembra sia tutto, quasi, come allora. Ospedali, senza posti letto, manca il personale medico e infermieristico, mancano le attrezzature. L’ospedale di Vico Equense ha chiuso il pronto soccorso perché servivano medici al covid hospital di Boscotrecase, ma gli eventuali malati di Vico e della costiera non hanno gli stessi diritti di quelli di un’altra zona? Non si potevano in questi mesi formare e assumere giovani medici, almeno per gestire l’ordinario?
Ma c….o avete fatto in questi mesi???????
- Reparti chiusi e visite rimandate per far posto a eventuali malati covid. E’ assurdo chiudere o ridurre alcuni reparti (anche oncologici, notizia certa e verificata) per far posto a malati covid, non in rianimazione. Idem far saltare ambulatori e diagnostica. Ho notizia diretta di una persona a cui hanno rimandato il doppler periodico di monitoraggio di un aneurisma della aorta, come pure una visita di controllo di un paziente con importante patologia autoimmune. Un malato di tumore ha meno diritto di uno di covid? Quante morti in più conteremo da qui a due anni per altre patologie? E ne chiederò conto finchè campo.
- Mancata realizzazione delle residenze sanitarie. Oggi non spaventano tanto il numero dei ricoveri covid in rianimazione quanto quelli ordinari di pazienti covid. Molte persone, per solitudine, povertà o per non contagiare i familiari occupano posti in ospedale perché le residenze assistite non sono partite. Posti cioè dove andavano i positivi con sintomi lievi, monitorati da personale sanitario preparato. Perché non sono state approntate queste residenze, che avrebbero sgravato gli ospedali?
- Chiusura ristoranti alle 18. Questo provvedimento è il più folle. I ristoranti sono luoghi sicuri, se si rispettano le regole come la maggior parte dei ristoratori fa. Il risultato è che chi vuole vedersi, si incontra nelle case private, senza alcun controllo. Chiedo: ma gente laureata e con Master chissà dove preso, come fa a non capire questo semplicissimo concetto? Ve lo dico io. Perché a certi livelli c’è uno scollamento totale dalla realtà delle persone comuni. E non se ne rendono conto. Se chiedi a Conte, non sa neanche che il 60% dei ristoranti lavora solo la sera.
La ristorazione dà lavoro e reddito a migliaia di imprese artigianali e migliaia di famiglie. Non essendoci in alcuni territori italiani, una solida realtà industriale, la ristorazione offre di che campare in quei territori, anche a chi si è trovato per strada perché licenziato dall’industria. Non capire tutto questo e colpire la ristorazione con provvedimenti folli, vuol dire non essere capaci di governare questa nazione. PUNTO.
- Convivenza col virus. Convivere col virus passa inevitabilmente per la preservazione di quante più attività economiche possibili, mettendo delle regole per evitare il diffondersi del virus, ma che al contempo, permettano loro di lavorare. Altrimenti salta tutta l’economia e con esso lo Stato. Non sappiamo se e quando il vaccino arriverà, quindi non si può pensare di tenere, cinema, teatri e ristoranti, palestre chiusi ad libitum ma bisogna organizzarsi per tenerli aperti e con regole certe. Queste regole già c’erano, perché chiuderli? Non è qui che si diffonde il virus ma, a parte un certo numero di contagi fisiologici e inevitabili, sono alcuni comportamenti superficiali della movida indiscriminata la vera fonte di diffusione e per movida, intendo pure vedersi in 20 in una casa senza precauzioni.
- Diffusione contagi. Il virus si trasmette negli agglomerati di più persone senza le mascherine e con comportamenti promiscui (scambio bicchieri, sigarette ecc..). Basterebbe contrastare questi fenomeni con controlli mirati e continui, sapendo che già ci sarà chi trasgredisce e quel qualcuno andrà sanzionato ma anche, eventualmente curato. Quindi potenziare la risposta sanitaria era ed è fondamentale. Che cosa si è fatto questi mesi? Poco o nulla.
- Ogni protesta viene bollata come fomentata da camorra o balordi vari. E’ sicuramente vero che quando si protesta alcune categorie votate alla violenza, spesso ci sguazzano ma altrettanto vero che l’esasperazione porta a gesti inconsulti. Un ristoratore, sommerso dai debiti, che vede i dipendenti di una vita affranti e i suoi sacrifici in fumo, diventa potenzialmente violento. Uno Stato serio non può portare all’esasperazione chi ha sempre lavorato.
- Forme e tempi di comunicazione dei provvedimenti. Sono finora stati sempre sbagliati i toni e i tempi dei provvedimenti adottati, sia da parte di De Luca che urla e usa toni, sarcastici o perentori, fuori posto quando decidi della vita delle persone, sia di Conte che tra, anticipazioni, smentite, mancanza di confronto con le parti sociali, ha creato finora tanta confusione. Sentire un ristoratore dire “non posso neanche fare la spesa perché non so che succede domani, e questo da 15 giorni”, è semplicemente assurdo. Perché i risultati di alcuni provvedimenti si vedono solo dopo giorni ed è folle pensare di vederne gli effetti dopo 24 ore in termini di diminuzione dei contagi. Come pure chiudere i ristoranti ma lasciare aperti i centri commerciali. Che differenza c’è in termini di pericolosità dei comportamenti?
- La guerra tra poveri. I dipendenti statali se ne fregano delle partite iva, accusandoli di guadagnare troppo e di evadere le tasse. Le partite iva se la prendono coi dipendenti statali come se dovessero loro risponderne dei mancati guadagni causati dal covid e da provvedimenti sballati dello Stato. Ma diamine. Un po’ di buonsenso e di solidarietà!!! Siamo tutti nella stessa barca. I dipendenti statali non devono certo rispondere loro dei problemi economici del contagio. Sono spesso sottopagati e quini è giusto che conservino quanto spetta loro. Ma non dovrebbero fregarsene, almeno a livello di solidarietà umana, con chi sta perdendo tutto. E credetemi, una gran parte delle partite iva arriva a stento a fine mese. Siano esse liberi professionisti, artigiani o ristoratori. Secondo Voi perché tanti avvocati si cimentano coi concorsi pubblici, fosse pure quello per vigili urbani a Napoli, che ha visto molti vincitori provenire da questo ordine professionale? Datevi la risposta da soli.
- Si stanno facendo malissimo, tra attese di ore, e altre gravissime criticità. Tre episodi di cui ho conoscenza diretta. Una persona recatasi a fare il tampone e poi andato via senza farlo, che si è visto telefonare dopo due giorni e comunicare che era positivo, ad un tampone MAI FATTO. Altra persona che dopo una attesa di giorni, ha dovuto ripetere il tampone perché era stato perso. Infine persona a cui hanno detto di andare a ritirare il risultato di persona, cosa che ha fatto pur essendo risultato positivo. Storia simile se ne sentono parecchie, e non sono leggende metropolitane. Credi che qualcuno dovrebbe rispondere di cosa non è stato fatto per fare le cose come si deve in campo sanitario.
- La stampa e l’opinione pubblica. Pochi giorni fa un quotidiano autorevole, titolava “Strage in Campania 12 morti”, salvo poi leggere che erano calcolati negli ultimi 5 giorni, ossia meno di 4 al giorno. Massimo rispetto per queste persone e i loro familiari, ma titolare “strage” serve solo ad alimentare paura e disperazione. La stampa non sta facendo inchieste giornalistiche su cosa si è fatto per organizzare la sanità né che fine hanno fatto i soldi stanziati. La stampa non chiede chiarimenti su tutte le morti classificate come dipendenti dal Covid, né dà voce a tutte le parti sociali su alcune decisioni assurde. La stampa bolla come pilotate dalla camorra le manifestazioni di dissenso, senza fare un discrimine tra i vari partecipanti. Sembra una stampa di regime, piuttosto che libera e indagatrice della verità.
Mi sono volontariamente astenuto dal fare considerazioni di carattere sanitario sulla portata di questa emergenza, essendo gli esperti stessi divisi. C’è chi minimizza e chi parla di catastrofe. Ovviamente ho una mia idea in proposito. Lascio che a parlare siano i numeri ufficiali del 24 ottobre della Regione Campania, ultimo bollettino utile: 12530 tamponi fatti, 1718 positivi, 55 con sintomi ossia lo 0,4%. E molti dei quali saranno lievi, quindi gestibili a casa. 8 deceduti tra il 21 e il 23 ottobre, ossia meno di 3 al giorno. Non chiedo di sapere se avevano gravi patologie pregresse. E per gravi non intendo diabete o ipertensione, controllabili farmacologicamente ma tumori in fase avanzata o altre patologie allo stadio ultimo.
Qui si rischia l’economia di una Nazione e la salute, sia fisica che mentale di milioni di persone. Se ne rendesse conto Chi governa e ponderasse bene e sentendo tutte le voci in capitolo, prima di decidere. Io non vorrei proprio essere al loro posto, comprendo il peso sulle loro spalle e quindi meritano rispetto e comprensione. Ma cercassero pure di meritarlo questo rispetto e questa comprensione, usando un buonsenso e un impegno fattivo che finora si è visto pochissimo. Non ragionassero col metro di chi sta al sicuro, sia economicamente sia dal punto di vista sanitario ( per Conte o De Luca, o un loro familiare, un posto ci esce sempre in ospedale) ma si immedesimassero nel ristoratore che vede anni di sacrifici andare in fumo, nell’artigiano che aspetta un figlio e non sa come farà a sfamarlo, nella donna che ha visto morire il marito, negativo al covid, in auto davanti il pronto soccorso perché non lo facevano entrare, causa criticità da appurare, dovute all’emergenza covid.
Che Dio ce la mandi buona.
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