di Virginia Di Falco
Quanto sei bella Vienna! Ci mancavo da un secolo – tanto per utilizzare l’unità di misura temporale più consona alla storia di questa antica capitale. Maestosa, austera, elegante. Pulita. Pulitissima (poi alla fine non resisti e scatti una foto all’unico fazzoletto di carta che trovi a terra, non raccolto, in una settimana). Ma anche modernissima, con un’armonia mozzafiato tra grattacieli dal design strepitoso e l’eredità ingombrante degli Asburgo.
In realtà, il mio unico ricordo davvero nitido era lei. La Wiener Schnitzel. Cioè la cotoletta viennese, una fettina impanata e (solitamente) fritta nello strutto. Ed è con questo preciso obiettivo (oltre che naturalmente visitare le nuove sale del Museo dell’Albertina, che consiglio vivamente) che ho iniziato la visita di questa straordinaria città.
Accettando l’invito di un amico buongustaio ho provato le Schnitzel di un antico ristorante, Figlmüller, specializzato in cotolette dal 1905, a pochi passi dal Duomo di Santo Stefano. Più precisamente, nella sede nuova di Bäckerstrasse, aperta nell’inverno del 2001.
La vecchia sede è sicuramente più caratteristica, ma ancora più assediata dai turisti; inoltre ci sono meno posti a sedere e senza prenotazione difficilmente si riesce a trovare un tavolo.
La nuova sede riprende logo e colori della casa madre; costruita su più livelli, con sale e salette dai caratteristici mattoni a vista e tanto legno scuro. Sul grosso bancone all’ingresso un libro di cucina celebra le ricette tipiche della cucina viennese (sì, ce ne sono, ma non superano la dozzina!), a partire dal loro vanto secolare: la Figlmüller Schnitzel (specialità della casa, 14 euro e 90), con carne di maiale, sulla quale dicono di vantare il loro primato di 110 anni.
E veniamo ai piatti. Entrambe le versioni sono gustose, fritte davvero bene, con una panatura che accompagna simbioticamente la carne fino all’ultimo boccone: così come deve essere. Quella di vitello, cioè la classica Wiener Schnitzel (in carta a 19,80 euro) è solo leggermente più tenace di quella di maiale, ma entrambe sono molto tenere ed enormi: vanno infatti ben oltre il bordo del piatto!
Sfizioso anche l’emmenthal impanato e fritto, servito con salsa tartara d’ordinanza. Anche il contorno che va per la maggiore è quello da manuale: insalata verde e insalata di patate.
Il posto è evidentemente turistico, cionondimeno offre piatti ben preparati, serviti con cortesia e professionalità e i fritti, non solo la mitica fettina impanata, sono ben eseguiti e, a fine pasto, non disturbano affatto la vostra digestione.
L’atmosfera è piacevole, conviviale senza essere caciarona; la mise en place molto più che minimale.
La birra si lascia bere (ma in pratica non c’è scelta, mentre c’è una piccola lista di vini nazionali, bianchi e rossi) e, sebbene si sia consapevoli di essersi infilati in una catena di montaggio che non conosce pause o cedimenti, si esce a fine cena soddisfatti.
Per un antipasto, un secondo con contorno e il dessert spenderete in media circa 40 euro.
Figlmüller Bäckerstrasse (la nuova sede)
Aperto tutti i giorni 11.30-23.30
Tel. +43.1.512 17 60
Figlmüller Wollzeile (la sede storica)
Aperto tutti i giorni 11:00 – 22:30
Tel. +43.1.512 61 77
www.figlmueller.at
Dai un'occhiata anche a:
- Dove mangiare a Positano. La guida da non perdere
- Aida Vino e Cucina a Istanbul, il made in Italy di Valentino Salvi che piace alla Michelin
- Ristorante Nub di Andrea Bernardi a Santa Cruz di Tenerife
- Guida enogastronomica della Costiera Amalfitana: trattorie, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, vini
- Guida a Taurasi, il cuore del vino rosso in Irpinia
- Bacari, osterie e ristoranti di veneziani autentici. A spasso per Venezia durante la mostra del cinema con un’autoctona cosmopolita
- Pastamara a Vienna, la cucina universale di Ciccio Sultano al Ritz Carlton
- Guida alle migliori trattorie di Napoli: 46 indirizzi imperdibili