di Marco Contursi
Al momento in cui sto scrivendo, siamo anora zona gialla e quindi gli spostamenti intercomunali sono permessi. Un pomeriggio ad Amalfi, ad accompagnare un amico ristoratore a prendere del limoncello, è una ottima occasione per depurare la mente dallo schifo quotidiano che si legge sui giornali: l’arte, la bellezza e la buona cucina, salveranno il mondo.
Andare in costiera oggi, in queste tiepide giornate autunnali, è quanto di meglio si possa fare: strade libere, parcheggi in abbondanza, zero caos, tanta bellezza.
La strada che porta ad Amalfi da Salerno, fatta al tramonto, toglie il fiato e obbliga alla sosta, in una delle tante piazzole, per immortalare il sole che muore. Arrivati ad Amalfi, si trova agevolmente posto al parcheggio alla darsena, a 20 metri dalla pizza principale e al costo di appena 1 euro all’ora. Un sogno.
Prima sosta, obbligatoria, alla pasticceria Pansa. Fanno qui, dal 1830, mica due anni, la migliore crema a limone, che possiate trovare in Campania, abbinata al pasticciotto o alla coda d’aragosta. Sublimi. E due scorzette candite da portare via. Punto. Ripeto, pasticciotto e coda d’aragosta, a crema a limone.
Magari da sbocconcellare vista Duomo, che ha sempre un suo perché, al netto della pubblicità dell’acqua Ferrarelle sulla facciata, inguardabile. Mentre si può e si deve guardare, anzi ammirare, la donna popputa, da cui sgorga acqua nella fontana che fa bella mostra di sé al centro piazza. Per un attimo, mi sono chiesto: “se, quei candidi seni, erogassero vino….”
Seconda sosta, presso l’azienda agricola della famiglia Aceto che produce limoni e derivati.
Il suo limoncello, tra i primi tre, a parer mio in Campania. Al prezzo umano di 12 euro al litro, per un infuso di autentici e profumatissimi sfusati amalfitani. In estate, imperdibile il lemon tour, tra questi terrazzamenti e i profumi dei limoni e della macchia mediterranea. E poi ci sono dei babà piccoli in crema di limone che meritano….
Ultima tappa, questa volta a Salerno, per un panuozzo autentico alla pizzeria Resilienza. Qui, gioco in casa, Gennaro è un caro amico e quindi posso farmi fare, dopo un doveroso assaggio di panuozzo “alla Tommaso” che è come dire pizza “alla Carminuccio” a Salerno, ossia un must, un panuozzo alla “Marco” ossia con porchetta, provola e patate fritte fresche. Sublime delizia, porcellosamente opulenta. Tanto poi un goccio di limoncello appena preso, e bevuto fresco, NON gelato, per apprezzarne i profumi, altrimenti uccisi dal freddo, mi sgrasserà la bocca, accompagnando l’ultimo pasticciotto che è rimasto del cartoccio fattomi fare da Pansa, prima di lasciare Amalfi.
Facciamo due conti: 2 euro 2 ore di parcheggio, 1.80 il pasticciotto, 12 euro 1 litro di limoncello, 5 euro mezzo panuozzo, totale 20.80.
E avete ancora una bottiglia intera di limoncello da finire, per quanto ci chiuderanno dentro, in zona rossa, che vi addolcirà la reclusione e illuderà, il tempo del sorso, di essere ancora a due passi da questo mare e questa costa che si abbandona dolcemente nelle sue acque, che negli anni ha ispirato tante poesie. A Voi, vi tocca la mia, breve ma intensa, accompagnata dalla foto del paesaggio notturno della Divina Costiera che me l’ha ispirata. Non è vero che sognare non costi nulla…..
“Urla il cuore e la costa risponde
Mille luci affogano a mare
Riso e pianto, l’incanto li fonde
Quanto ancora ti devo aspettare?”
Pasticceria Pansa – piazza Duomo Amalfi
La Valle dei Mulini – via delle Cartiere 59 Amalfi
Pizzeria Resilienza – via Santa Teresa Salerno
Dai un'occhiata anche a:
- Allér Allér, la trattoria di cucina tradizionale riporta alla tavola di casa
- Seguire Le Botti, l’agriturismo di Cantina Sant’Andrea celebra il territorio con cene a tema
- Gran Hotel Vesuvio a Napoli, la cucina di Emanuele Petrosino
- Panart: la pizza servita al Palazzo Ducale di Carinaro
- Sospesi tra storia e bellezza: a cena da Genuini Cilento, “casa museo”
- Taverna Addo’ Scialone a Monteforte Irpino, avamposto della cucina contadina
- Ristorante Alex a Lecce e la cucina della gioia di Alessandra Civilla
- Le terrazze di Calamosca cucina sarda futuribile