di Maria Grazia Viscito
Sappiamo tutti quanto bere il tè sia inestricabilmente legato all’essenza britannica e quanto loro ne abbiano fatto un rito che va decisamente oltre la (nostra) concezione di merenda: l’afternoon tea.
In realtà il tè fu introdotto in Inghilterra nei primi anni del diciassettesimo secolo da commercianti portoghesi e olandesi e, sebbene avesse raggiunto Londra già dal 1658, fu con il matrimonio di Charles II con Caterina di Braganza (principessa portoghese) che il tè divenne incredibilmente di moda a corte. E la corte fu proprio il collegamento per la creazione di un certo emporio nel cuore di St James’s: Fortnum & Mason.
Nel 1707, uno stalliere reale, Hugh Mason e un valletto di corte, William Fortnum, decisero di intraprendere insieme una attività commerciale, che chiamarono Fortnum & Mason, di generi alimentari e soprattutto di tè. Non c’è bisogno di aver visto Downton Abbey per ricordare quanto la servitù inglese potesse essere snob, ma sicuramente i due servitore della corte non avevano intenzione di mettere su un negozietto per amici e conoscenti, soprattutto quando uno dei cugini di Fortnum lavorava per la compagnia delle Indie dell’Est.
E fu così l’inizio di un locale che è diventato icona del tè inglese, dei prodotti di estrema qualità, di eleganti confezioni e sale da tè. Ogni generazione ha aggiunto blend di tè negli anni, con ormai decine di infusioni a disposizione del cliente.
Finalmente sono andata a Londra e chi ero io per non andare a visitare il locale di cui tutti parlano, quando si riferiscono a Londra? Vero che è meta per turisti, vero che non si trovano le cose a buon mercato, ma dopo esserci stata, posso dire che la visita e la spesa valgono l’esperienza.
A parte i cinque piani di negozio con i prodotti più svariati, compreso un piano dedicato ai profumi e ai prodotti per una barba degna delle migliori cure inglesi, volevo provare il loro afternoon tea. Certo, avrei potuto anche andare alla loro sala da tè al piano terra, la Gallery Restourant, quella un po’ più accessibile, ma l’alternativa era provare l’afternoon tea alla Diamond Jubilee Tea salon, inaugurata nel 2012 dall Regina Elisabetta in persona. Mi è bastato questo.
E allora vi racconto cosa propone Fortnum & Nason come afternoon tea.
Intanto, si può scegliere fra il classico e il Savoury, e fra uno dei blend di tè o lo champagne.
Classico volevo e classico ho avuto, anche prendendo come tè il Royal blend, ovvero il più famoso fra i tè di F&M, creato per Eduardo VII.
Posto elegante e luminoso, dominato dal loro azzurro particolare sia per i barattoli di tè che per le porcellane, all’ingresso mi ha accolta un bel pianoforte con un pianista che suonava la colonna sonora di Lezioni di piano prima, e del buon jazz poi. Vi consiglio di prenotare (dal loro sito è molto comodo) onde evitare attese snervanti di 20- 30 minuti, sempre che siate fortunati da essere inseriti.
Il tavolo che vi attende è decisamente elegante e minimal. Una volta scelto il menù,il cameriere o la cameriera vi porteranno subito il tè prescelto e successivamente le due alzatine da tre piani l’una.
Non ho potuto fare a meno di attaccare bottone con la cameriera per togliermi un po’ di curiosità: le ho chiesto come bevessero il tè, con latte o senza. A questo punto, sospiro di sollievo della gentile signorina che mi ha spiegato che lei , normalmente, aggiunge del latte. “sì lo so, ha aggiunto, i miei amici dall’Europa (e poi ci chiediamo il perché della Brexit) restano sempre molto stupiti ma io uso mettere un po’ di latte, almeno nei tè classici. Non lo metto solo nei tè fruttati”.
E latte nel tè sia.
In una delle alzatine si trova, a partire dal basso verso l’alto, la clotted cream, la confettura di fragole e il lemon curd, da servire con gli scones.
Altra domanda: ma esiste una regola nel mettere la clotted cream e la confettura?
Luccichio negli occhi della mia guida, che mi dice che si possono trovare più versioni, a seconda delle zone e dei gusti, ma che da loro si consiglia sempre prima la clotted cream e poi la confettura di fragole. Il lemon curd, aggiunge, lo mettiamo solo perché piace ai clienti ma in realtà non andrebbe con gli scones.
Il tempo di prendere mentalmente nota che mi arriva la seconda alzatina a tre piani. Si comincia, rigorosamente dice il mio mentore, dal basso verso l’alto: prima i sandwich, poi gli scones e infine il piatto di dolcetti a base di creme (che mi sembra un’ottima e logica successione).
Una volta a tu per tu con il mio afternoon tea, provo il Royal blend con un po’ di latte. Ottimo, devo ammetterlo. Certo è che la prossima volta vorrei provare quello creato per il matrimonio di William and Kate o per il battesimo di baby George (e la riverenza aumenta).
Messa di lato la tazza, guardo i cinque tipi di sandwich: al salmone affumicato e herb creme fraiche, ai cetrioli, burro e menta, alle uova e erba cipollina, al pollo e dragoncello, al prosciutto e mostarda. Anche se ho sentito spesso parlar male dei vari sandwiches inglesi, questi li ho trovati molto buoni.
Gli scones erano di due tipi, semplici o con uvetta. Ho seguito il caloroso consiglio e messo prima la clotted crema e poi la confettura. Ecco, qui cinque minuti di approvazione continua, un po’ perché qeusta benedetta clotted crema (un misto fra burro e mascarpone) crea dipendenza, un po’ perché gli scones erano tiepidi e la confettura ottima. Il lemon curd? Da mangiare a cucchiate ma non nello scone.
Orami quasi piena, mi metto di impegno ad assaggiare i vari mignon. La mia mente non può non fare un confronto con la pasticceria francese. E onestamente siamo lontani, per bilanciamenti e gusti ma la mpusse alla pesca era molto buona e anche la sfera di cremoso al cioccolato. Ho apprezzato un pochino meno gli altri: l’eclair alla rosa (bella l’idea ma troppo dolce) e il rotolino (un po’ stucchevole).
Comunque, per me mangiare cose con mousse e creme è sempre un dovere morale e un piacere sensoriale.
Per ultima cosa potevo mangiare una fetta a scelta fra le loro torte e siccome si rendono conto che non sempre ce la si fa, ti propongono di portarti tutto quello che avanza a casa, tramite la loro bag di design (deliziosa) e così ho chiesto quale fosse la loro torta simbolo e in quel grazioso pacchetto mi sono portata a casa una fetta di sponge cake al cocco con ripieno al lampone e lime.
Diciamo la verità: avrei fatto molto meglio a non prendere una torta a strati perché quella richiama troppo l’italico mappazzone. Posso con certezza dire che le torte basse avrebbero fatto una migliore fine. In ogni caso, apprezzo la bustina dove hanno inserito anchei due barattoli di confetture e curd.
Prima di uscire, la mia guida mi ha chiesta se avessi preferito lo scone semplice o quello all’uvetta. Attimo di pausa e rispondo “ plain”.
Il secondo sospiro di sollievo e la assoluta calorosa conferma, mi hanno resa una cliente felice. Insomma, credo di aver superato la prova, anche perché le ho confermato che negli scones la confettura di fragole con la clotted cream è la morte loro e ho lasciato il lemon curd a cucchiaite solitarie.
In conclusione, l’afternoon tea da Fortnum & Mason è’ una bellissima esperienza che almeno una volta si deve fare. Anche due (o tre o quattro), dato che parte savoury resterà per me un vuoto da completare, almeno fino al prossimo viaggio a Londra.