di Gennaro Miele
I giorni delle feste religiose avvolgono anche la tavola, che viene imbandita in quella ricorrenza di piatti tipici diversi da regione a regione e spesso anche all’interno delle zone che le compongono. Ad ogni foglio del calendario da celebrare si abbinano piatti diversi, che degustati in altri giorni dell’anno non sentono della magia della tradizione.
Il gesto dell’assaggio in queste occasioni viene spesso chiamato ‘’devozione’’. Per le feste pasquali l’inizio delle danze gastronomiche partenopee è nel giovedì santo, scandito da un gustosissimo piatto di mare: la zuppa di cozze. Solitamente alla base si pongono delle ‘’friselle’’ che cedono la loro croccantezza al liquido di cottura dei frutti di mare, in abbinamento magari a polipo e maruzzielli, insaporendosi ed ammorbidendosi.
Alla tendenza dolce del piatto si accompagna, per i più golosi, l’essenza dell’olio piccante e rosso usato per condirla. Cosa può rendere completa l’esperienza di questa degustazione? Cinque consigli per il vino da abbinare, buon calice.
Per una zuppa di cozze con sentori piccanti:
1) Artus Piedirosso Sannio Sant’Agata Dei Goti DOC- Cantine Mustilli dal Sannio arriva una Piedirosso elegante, realizzato con la fermentazione e maturazione in vasi di ceramica, frutto intatto che al naso richiama frutta rossa estiva, nounce di erbe aromatiche e leggera spezia. Assaggio fresco, aromi persistenti e tannino educato.
2) Piedirosso Campi Flegrei DOC La Sibilla, dalla terra magica ed antica dei Campi Ardenti nasce un vino che assorbe la suggestione dei luoghi. Sentori di mora e ribes, minerale, alla bocca succoso con piacevole spinta acida, aroma di frutti di bosco
3) Malgrè Campania Rosato IGP – Tenuta Scuotto, da Aglianico in purezza un rosato intenso ed entusiasmante, sentori di ciliegia e lampone invade il gusto in modo deciso con una buona freschezza ed attacco sapido che richiama un sorso dopo l’altro. per una zuppa senza olio piccante:
4) Kissòs Falanghina del Sannio Doc – Cantine Tora, un vino in purezza frutto di vendemmie selezionate, il corredo aromatico importante ricorda frutto maturo a polpa gialla, buccia grattugiata di lime, fiori gialli. Trionfante all’assaggio con buona morbidezza, bilanciata freschezza e persistenza di sentori che richiamano la pesca.
5) Fiano di Avellino DOC Ciro Picariello, un fiano che fa parte della storia della Campania, prodotto in zona collinare, ha sentori di fiori bianchi al mattino, frutto appena colto e lievi sentori dolci di miele. Alla bocca appare morbido e fresco, buona consistenza e lieve sentore agrumato nel restrogusto.
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