di Giulia Gavagnin
Una parata di stelle in un cielo luminoso e terso, sopra alle montagne appena accarezzate da cristalli di neve.
Non è una contradictio in terminis, ma un sunto efficace dell’inaugurazione del nuovo ristorante della famiglia Alajmo a Cortina D’Ampezzo, quel vecchio Toulà in via Ronco che era stato aperto da Alfredo Beltrame, uno dei primi, veri imprenditori della cucina italiana all’estero.
Non v’è dubbio sulla continuità (e contiguità) territoriale degli Alajmo con lo storico predecessore trevigiano, Massimiliano, Raffaele ed Erminio costituiscono oggi una delle più importanti famiglie di imprenditori della ristorazione, di solidità veneta e visione internazionale.
Alla vigilia dell’Immacolata, una settantina di ospiti hanno devoluto 750 Euro a persona per beneficienza alla Onlus degli Alajmo per l’evento chiamato “Cortina alla Festa del gusto” e visto sfilare nientemeno che Ciccio Sultano del Duomo di Ragusa Ibla, Fulvio Pierangelini del Gruppo Rocco Forte, Riccardo de Prà del Dolada di Pieve D’Alpago (BL) Corrado Assenza del Caffè Italia di Noto (SR) e, ovviamente, Massimiliano Alajmo che ha presentato il resident-chef Mattia Barni, timoniere del locale.
Un cast eccezionale per una sequenza di piatti di altissimo profilo, intervallati dal’asta di vini pregiati diretta da Davide Paolini. A proposito di vini, sono stati serviti Cabochon Monte Rossa, Fossi Cancelli Pecorino di Ciavolich, Amexaibar bianco del Portogallo, e i vini “estrosi” di Mauro Lorenzon, lo stravagante oste veneziano che ha contribuito a far conoscere in Italia i vini alternatvi ed è da sempre consulente degli Alajmo.
I piatti sono stati eterogenei: dal cappuccino ai funghi e ostriche di Sultano ai ravioli al pomodoro, cicoria e gambero rosso di Pierangelini, dall’alzavola di De Prà alla brioche siciliana al mandarino di Assenza, senza trascurare l’apporto del resident chef con gli gnocchi di grano arso.
Raffaele Alajmo ha speso qualche parola sul ristorante, distribuito su tre piani di cui il piano terra sarà dedicato all’aperitivo come da tradizione Toulà. “Abbiamo voluto che il cliente si senta a casa”, ha detto, “ricercando una linea di cucina armonica e leggera”.
Tre menu degustazione a 170 Euro, “Fluidità”, concetto caro alla filosofia di Massimiliano Alajmo che ricerca gusto e leggerezza, come nelle linguine al burro, fumo e caviale; “Mare e orto” sospeso tra ricerca vegetale e percorsi ittici, si distingue il rombo con patate schiacciate e bernese leggera all’estragone; “Caccia e..” per palati più robusti e in simbiosi con il territorio: il cappuccino di musetto e la battuta di cervo con tartufo bianco si preannunciano come piccoli classici che echeggiano gli storici piatti de Le Calandre. Possibilità di scegliere i piatti anche alla carta e impareggiabile panorama.
Gli Alajmo hanno raccolto la sfida delle Olimpiadi invernali del 2026 con il consueto tempismo e la consapevolezza che Cortina aumenterà ancora di più il proprio appeal internazionale. Chapeau!
Corso Italia, 62, 32043 Cortina d’Ampezzo BL
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