di Luca Fontana
A tavola con I Signori
Maggio 2015
Abbiamo scelto un approccio graduale alla cucina Coreana, partendo da locali più addomesticati ed addentrandoci passo a passo nella cultura di questa nazione, che a tavola propone gusti unici e sorprendenti.
Alla nostra terza esperienza abbiamo deciso di provare un ristorante che permettesse di immergerci meglio nella cultura locale, eccoci così alla tavola di Min Ji Kim, che con solare competenza propone una cucina fatta di tradizioni locali rivisitate, ma rispettate nelle basi.
Abbiamo a disposizione la scelta tra quattro menù serali, tra i quali scegliamo il più esteso.
Si inizia con un porridge di zucca, servito tiepido.
Carne cruda e insalata di ginseng. Che bel piatto, in cui il ginseng conferisce grande freschezza, a cui si contrappone un’appagante carne di manzo.
Cachi maturi con bambù e calamari. Passaggio molto delicato, con forti note dolci.
Lenticchie e misticanza croccante. La gelatina è anch’essa di lenticchie. Se il passaggio precedente era definibile semplicemente come delicato, qui siamo ai limiti dell’insapore, soprattutto per quanto riguarda le lenticchie, bollite e non salate. Per un attimo la nostra memoria torna al Giappone, visitato pochi giorni prima, coi suoi sapori leggeri e le infinite sfumature.
Avena e gamberetti. Questi ultimi, fritti. Un piatto più appagante e di pancia, che a dir la verità risulta un po’ confuso.
Noodles. Serviti molto, molto freddi, con foglie di cavolo fermentate. Una portata volta a riempire più che a soddisfare, ma oggettivamente rispettosa dei sapori tradizionali.
Filetto. Servito con riso invecchiato, salsa fermentata e foglie grigliate croccanti. La carne viene quasi impanata nel riso, ricco di amido. Due ingredienti che si aiutano a vicenda, rendendo questa portata estremamente soddisfacente, senza risultare scontata. Le verdure (un qualche tipo di insalata locale) rinfrescano e donano un supporto una croccante al tutto. Il piatto della serata.
Min’s rice. La classica specialità Coreana a base di riso (bibimbap, “riso ricoperto”) nella versione della chef. Ineccepibile e di forte personalità, tra sapori grigliati e piccanti.
Si va verso il fine pasto, con una zuppa a base di aglio. Quello che si può vedere nella zuppa è tutto, solamente, aglio. Un vero shock culturale, oltre che alimentare.
In accompagnamento, tè Coreano.
Min’s Dessert. Il dolce. Gelato e frutta fresca. Ben eseguito, ma di difficile collocazione: questo concetto di portata è di origine sicuramente più europea, e appare comprensibile che la chef abbia optato per proporre qualcosa che ai nostri occhi può apparire classico, anche un po’ scontato, ma rinfrescante e con materie di prim’ordine. I numerosi avventori locali, pubblico di riferimento del ristorante, ne vanno pazzi.
Una vera full immerision nella cucina Coreana, in cui Min non si tira certo indietro sul proporre piatti di difficile lettura per noi occidentali (come la zuppa all’aglio). Tuttavia il risultato finale è estremamente interessante, e la sensazione è di aver visitato un ristorante che ci ha veramente coinvolti in quello che sono le tradizioni locali, rivisitate con mano ferma. Solo il dessert risulta un po’ fuori contesto.
Consiglio vivamente il Min’s Kitchen, a patto che questo non sia un primissimo approccio alla cucina Coreana, altrimenti, è possibile che la differenza nelle preparazioni e nei sapori risulti troppo marcata.
Menù “Set D” di 9 portate: 88.000 KRW (circa 70€)
Chef: Min Ji Kim
Min’s Kitchen
1-9 Cheongdam-dong,
Gangnam-gu, Seoul,
Corea del Sud
Tel +82 25441007
Foto di Luca Fontana
La seconda visita: Jungsikdang
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