di Adele Elisabetta Granieri
Il “lungo” si riferisce alle distanze percorse, perché solo una volta saliti in macchina ci si rende conto che questa regione è veramente lunga; il “largo”, alla forma fisica acquisita al momento del ritorno, perché in Puglia, ed in particolare per i soci del Consorzio Puglia Best Wines, vige la regola del “mai affrontare una degustazione senza prima aver messo “qualcosina” sotto i denti, qualsiasi ora sia”.
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Si comincia dalla Cantina Sociale Sampietrana di San Pietro Vernotico. La storia di questa cantina inizia nel 1952, con la cessione di circa 4000 mq di terreni incolti, appartenenti a grossi latifondisti, ad una cooperativa di contadini. La cantina, che oggi a seguito dell’urbanizzazione si trova nel pieno centro cittadino, allora era situata in aperta campagna, in prossimità di quel tratto ferroviario che univa il sud al nord Italia. Oggi i vigneti dei soci si sviluppano su 190 ettari.
“Vigna delle Monache” Salice Salentino Riserva 2011 (80% Negroamaro, 20% Montepulciano): Un bel rosso rubino carico e profumi di frutti di bosco e ciliegia sotto spirito, seguiti da note di bacche di ginepro e chiodi garofano; morbido ma con distinta nota fresca.
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Si prosegue con Leone de Castris e si ritorna indietro di quasi quattro secoli, quando nel 1665 il Conte di Lemos fece costruire la cantina, che oggi si trova nel cuore di Salice. Nel 1995 Donna Lisa e Don Piero, iniziarono l’imbottigliamento e nel 1943 nacque il “Cinque Rose” (dedicato ai 5 figli), poi divenuto “Five Roses” per renderlo più internazionale, sotto consiglio di Charles Poletti, commissario degli approvvigionamenti delle forze alleate, che per primo ordinò un’ingente fornitura di questo rosato. L’azienda è diretta oggi da Piernicola Leone De Castris, produce 2,5 milioni di bottiglie ed esporta in 40 paesi.
“Five Roses Anniversario” 2014 (80% Negroamaro, 20% Malvasia Nera di Lecce): Un bel rosa cerasuolo brillante, con un bouquet di frutti rossi, fragola di bosco ed un’intrigante nota di rosa. Il sorso è verticale, reso appuntito da freschezza e sapidità. Lungo.
“50° Vendemmia Salice Salentino” Riserva 2011 (90% Negroamaro, 10% Malvasia Nera di Lecce): Leggera unghia aranciata su fondo rubino, profumi di macchia mediterranea, frutti bosco, nota balsamica ed accenni di tabacco e cioccolato. Il sorso è pieno, lungo e persistente.
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È la volta di Tenute Rubino, guidati da Luigi Rubino, patron dell’azienda nonché presidente del Consorzio Puglia Best Wines. Quattro tenute dislocate tra Jaddico, Marmorelle, Uggìo e Punta Aquila, per interpretare per intero il territorio ed una cantina all’avanguardia. Sorprendenti gli spumanti.
“Sumarè” Metodo Classico brut (100% Susumaniello): Da vendemmia precoce del Susumaniello della tenuta di Jaddico, ha bel rosa cipria delicato con profumi di crosta di pane, mirto e arancia. In bocca è molto fresco, sapido e dal sorso lungo.
“Libens” Metodo Charmat Extra Dry (100% Vermentino): Profumi di mela verde e ginestra e sorso sapido e fresco; armonioso.
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La visita da Ognissole, nella Tenuta di Cefalicchio a Canosa di Puglia, è un viaggio nell’enogastronomia pugliese più autentica, non solo per i vini (già dal 1992 la famiglia che gestiva la cantina decise di seguire i metodi biodinamici e oggi i vini sono certificati “Demeter”), ma anche per la gustosa “merenda”, organizzata dal direttore Matteo Santoiemma, a base di pancotto con le rape, Canestrato Pugliese, zuppa di cicerchie e cicoria, salsiccia di cavallo e olive dolci fritte.
“Jalal” 2011 (100% Moscato Reale): Un bel giallo paglierino carico e profumi di salvia, eucalipto e ananas matura. In bocca è fresco, verticale, di ottimo corpo, sapido, con un finale leggermente ammandorlato.
“Romanico” 2011 (100% Nero di Troia): Rosso rubino intenso con leggera unghia granata, si apre al naso con note di mora matura, seguite da richiami di ginepro, rosmarino ed una netta nota balsamica. Il sorso è pieno, caldo, ma con buona spalla acida, lungo e persistente.
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Nicola Chiaromonte di Tenute Chiaromonte ci accoglie ad Acquaviva delle Fonti nella sua sala di degustazione, che una volta era il suo garage, con una tavola imbandita focaccia barese e capocollo e racconti conditi da tante risate. Come quando nel ’98 un buyer tedesco che aveva casualmente assaggiato una bottiglia di Muro Sant’Angelo, regalatagli da un negoziante di Acquaviva emigrato in Germania, raggiunse Nicola e gli chiese in inglese di poter comprare il vino. Nicola a quell’epoca allevava cavalli e si convinse che il buyer volesse comprare un cavallo, cosi invece che nella cantina, finirono nella scuderia.
I vigneti di Nicola constano di 40 ettari coltivati ad alberello in regime biologico.
“Kimia” 2014 (100% Fiano Minutolo): Profumi di fico d’india, ananas ed accenni di origano e mentuccia; fresco, verticale e lungo.
“Muro Sant’Angelo-Contrada Barbatto”2010 (100% Primitivo): Rosso porpora intenso, con profumi di mora matura, seguiti da note di china, rabarbaro, ginepro, pepe e chiodi di garofano. Il sorso è pienissimo, caldo, morbido, con ottima spinta acida e tannini lievi estremamente lungo e persistente.
L’istrionico Nicola ci fa assistere alla sboccatura in estemporanea di due spumanti Metodo Classico: uno da uve Chardonnay e Fiano Minutolo che sosta 5 anni sui lieviti e l’altro da Chardonnay, con 7 anni sui lieviti.
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Realtà completamente diversa quella di Cantine San Marzano, cooperativa fondata nel 1962, che oggi vanta circa di 1200 soci conferitori, 1600 ettari vitati, 15mila quintali di uva e 10milioni di bottiglie prodotte. Le scelte di vinificazione avvengono sulla base della qualità dell’uva, distinta in quattro livelli decisi da attente analisi di laboratorio ed i lotti vengono tracciati per ricondurre ciascuna partita al proprio conferitore.
“Sessantanni” Primitivo di Manduria 2012 (100% Primitivo): Dalle uve prodotte da alberelli di almeno 60 anni, si apre al naso con profumi frutti di bosco, confettura di ciliegia e note speziate di vaniglia e tabacco. Al palato ha grande corpo, sostenuto da buona spinta acida e tannini levigati; il sorso è lungo e molto persistente.
“Anniversario 62” Primitivo Di Manduria Riserva 2011 (100% Primitivo): Intriga il naso con note balsamiche, per poi lasciare spazio alla confettura di frutti di bosco, accenni di vaniglia e tabacco. Il sorso è pienissimo, verticale, con ottima spinta acida, ritornano al palato le note balsamiche, che donano ulteriore freschezza, è molto persistente e fine.
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Si chiude il tour con il Consorzio Produttori Vini di Manduria, fondato nel 1932, che ospita il Museo della civiltà del vino Primitivo: un viaggio nel passato tra aratri, carri, antichi vasi per la vinificazione e preziosi reperti utili a comprendere la cultura enologica di questa terra.
“Sonetto” Primitivo Riserva 2011 (100% Primitivo): Non chiarificato e non filtrato, si offre al naso con sentori di prugna e frutti di bosco, seguiti da note di tabacco e anice, in bocca è fresco di gran corpo, verticale, lungo e persistente.
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