Alla fine di maggio il CdA del Consorzio si è dimesso con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale.
Una decisione motivata, nella lettera che il presidente Antonio Buono ha inviato ai soci, con la volontà di riaprire il confronto tra i produttori.
La voglia di smuovere un po’ le acque nasce probabilmente anche dall’iperattivismo del Consorzio Sannio presieduto da Libero Rillo e diretto da Nicola Matarazzo che nel giro di un paio d’anni ha riordinato tutta le gerarchia delle doc procedendo ad uan semplificazione senza precedenti imponendo, tra l’altro, già dal 2011 la fascetta alla nuova doc Falanghina del Sannio e lanciando la docg Aglianico del Taburno Rosato.
Inoltre ha appena ottenuto l’approvazione di un importante Pif
Di fronte a questa riorganizzazione del gigante della viticoltura campana, oltre la metà degli ettari coltivati è nel Sannio, l’Irpinia si è distinta per una grande vivacità individuale delle grandi come delle piccole aziende ma anche per la assoluta paralisi associativa e consortile, tanto che l’Anteprima Taurasi gestita dal Consorzio ha di fatto chiuso i battenti. Un grave colpo a cui ha fatto una benefica supplenza il qualificato dinamismo privato di Miriade &Partners
Ieri una pre-assemblea dove si sono rimarcate le differenze di opinione più che la valutazione dei comuni interessi. Il 24 ci si dovrebbe confrontare nel merito delle liste e dei programmi.
Il nostro auspicio è semplice: speriamo che venga adottato il “metodo Sannio”. Solo un Consorzio che funziona potrà davvero diventare un interlocutore valido del Ministero.
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