di Enrico Malgi
Cena a base di pesce in un famoso ristorante della Costa Cilentana con pochi amici, che mi invitano a scegliere il vino. Do una scorsatina alla lista e noto che i prezzi sono molto interessanti con un minimo ricarico. In modo particolare quelli francesi sono veramente convenienti e così opto per lo Chablis Premier Cru AOC 2011Còte de Lechet di Bernard Defaix che è sicuramente tra i migliori Chardonnay al mondo. Anche se in verità esistono Chablis superiori come quello di Raveneau, di La Chablisienne, oppure di Dauvissat, che fa meraviglie con il suo Les Preuses Grand Cru AOC, ma nella vita bisogna pure accontentarsi! Devo sottolineare che in Borgogna, a differenza del Médoc, la classificazione dei vini è diversa, perché qui vengono prima i Grand Crus e poi i Premier Crus.
Il vitigno è stato allevato sul classico terreno argilloso-calcareo molto adatto alla coltivazione delle varietà a bacca bianca. In loco è chiamato Kimmeridgian oppure Portlandian. La vigna è collocata a sud-est della celebre cittadina borgognona molto prossima alla regione della Champagne, dove solitamente il clima è molto freddo d’inverno e le gelate non sono rare, tanto è vero che a volte si devono usare le stufe per scaldare le uve!
Il colore è ancora in itinere, segnato da un colore iallo sbiadito e sfumato. Profumi intensi e tipicamente varietali di burro fuso, di vaniglia, di noci, di selce, con un frutto ricco e cremoso e contrassegnato da sentori lievemente citrini; e poi ancora aromi di affumicato e di minerali in sottofondo. In bocca il vino è caldo, grasso, fresco, complesso, leggermente metallico e dotato di ottima finezza. Il finale, però, è stranamente corto e poco persistente. Si tratta di un ottimo vino senz’altro, ancora giovane e dalla lunga serbevolezza, ma non credo che sia tra i migliori Chardonnay come supponevo, anzi direi che mi ha leggermente deluso. Il voto che gli do è di 88/100.
Alla fine della cena ho pensato bene di invitare gli amici a casa mia, dove avevo conservato in frigo un paio di bottiglie di Fiano Pietraincatenata 2008 di Maffini per un confronto. Ed il risultato è stato sorprendente.
Innanzi tutto, trattandosi di un vino di sei anni di anzianità il colore è connotato da un giallo luminosamente dorato. I profumi che salgono al naso sono esplosivi e rimarcano esotiche essenze fruttate di papaya, di lime e di mango, di fiori bianchi e di vegetali tipicamente territoriali.
In aggiunta, poi, a nuances pervasivamente speziate, tostate, vanigliate, balsamiche, affumicate e di idrocarburi. In bocca il sorso staziona edonisticamente sulla lingua, donando a tutto il cavo orale un’infinita goduria. Il vino è sapido, morbido, grasso, opulento, elegante e succoso e con una tensione ampia e serrata, giocata su un timbro fresco e godibile. Ritornano poi a proporsi le nitide rimembranze fruttate e floreali. Finale interminabile e persistentemente appagabile. Vino monumentale, tra i migliori in assoluto. Penso che questo Fiano, senza tema di smentita, sia migliore dello Chablis di Defaix,Da aspettare ancora per almeno altri cinque-sei anni se si riesce a resistere alla tentazione di berlo prima. Voto 90/100. Prosit!
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