Vini da viticoltura eroica
Partecipiamo spesso e volentieri come commissari in Concorsi Enologici, sia nazionali che internazionali -in questo momento siamo a Berlino, per l’edizione estiva del Berliner Wein Trophy, che inizia proprio oggi- ma in tutti questi anni non avevamo mai preso parte al Concorso Internazionale sui Vini di Montagna, organizzato annualmente dal CERVIM, in Valle d’Aosta.
L’occasione è infine arrivata, e così giovedì 4 luglio ci siamo ritrovati a Sarre, vicino ad Aosta, assieme ad una trentina di enologi e degustatori provenienti da diversi paesi europei per degustare e valutare gli oltre 650 campioni di vino da viticoltura eroica.
Ma vediamo innanzitutto cos’è e di cosa si occupa il CERVIM, e più in dettaglio com’è strutturato questo concorso.
Il CERVIM (Centro di Ricerche, Studi e Valorizzazione per la Viticoltura Montana) è un organismo internazionale
nato con lo specifico compito di promuovere e salvaguardare la
viticoltura eroica.
Il Comitato Tecnico Scientifico ha così definito i criteri identificativi di detta viticoltura:
- pendenza del terreno superiore a 30%
- altitudine superiore ai 500 metri s.l.m.
- sistemi viticoli su terrazze e gradoni
- viticoltura delle piccole isole
I vini partecipanti al concorso debbono quindi necessariamente provenire da zone ed aziende che rispecchino i sopracitati parametri.
Lo statuto del CERVIM prevede tre diverse categorie di soci, così sinteticamente definite
- categoria A): ne fanno parte le Regioni, le Province, e gli Organismi interprofessionali a valenza regionale con superficie, in viticoltura montana, maggiore di 5.000 ha.
- categoria B): fanno parte della presente categoria i Comuni, le Comunità montane, gli Organismi interprofessionali a valenza regionale con superficie, in viticoltura montana, inferiore a 5.000 ha.
- categoria C): fanno parte della presente categoria, i soci fondatori, le aziende vitivinicole singole e/o associate, gli istituti ed enti di ricerca o similari di altri Stati.
Le zone viticole aderenti sono quasi tutte europee -ma vi rientrano anche gli Usa, con la Carolina del nord-
troviamo infatti, oltre all’Italia, la Spagna, la Germania, l’Austria, la Grecia, la Slovenia, la Svizzera, la Francia, il Lussemburgo e l’Ungheria.
Sino a poco tempo addietro vi rientrava anche il Portogallo, con la zona del Douro, ma purtroppo, a causa della crisi economica, questa importante ed interessante zona viticola ha deciso, per motivi economici di non associarsi più.
Per maggiori dettagli potete comunque visitare il sito del CERVIM, che, seppur non aggiornatissimo in quanto a dati, vi fornirà molte ed interessanti informazioni.
Veniamo dunque al concorso che, giunto alla sua 21ª edizione ha toccato un nuovo record di partecipazione, con ben 653 campioni (quarantacinque in più rispetto all’anno precedente), e la presenza di due nuove zone viticole: le Canarie e l’Armenia.
Ovviamente la parte del leone l’hanno fatta i vini italiani, con 365 campioni provenienti da quindici regioni, a seguire la Germania, con cento vini, quasi tutti del Palatinato, quindi la Spagna, con ottantacinque campioni, la Svizzera con settantadue, la Francia con sedici, a seguire l’Austria (sei vini), la Slovenia (cinque), la Grecia (tre) e infine un vino proveniente dall’Armenia.
Per quanto riguarda i vini italiani le regioni più rappresentate erano: Valle d’Aosta, con ottantuno campioni (è naturale, tenendosi il concorso in casa), Lombardia (sessanta vini), Sicilia (quarantasei), Provincia di Trento (quarantasei), Veneto (trentatre), Provincia di Bolzano (ventiquattro), Liguria (ventidue), a seguire le altre, mancavano all’appello la Puglia (non ci sono montagne), Umbria, Marche, Basilicata e Molise.
I vini sono suddivisi in otto categorie, che ne indicano la tipologia, il colore, l’annata ed il residuo zuccherino, e debbono appartenere alle classificazioni DOP ed IGP, od equivalenti in alcuni paesi.
Le sei commissioni d’assaggio, come regolamento del concorso -il concorso è patrocinato dall’OIV, e ne segue quindi le direttive- erano composte da cinque membri, dei quali tre debbono essere tecnici (enologi, enotecnici), uno è un esperto degustatore e l’ultimo un giornalista di settore. Naturalmente, per potersi fregiare del titolo di “Concorso internazionale”, la metà più uno dei commissari deve provenire da un paese non organizzatore (essere straniero in pratica).
I commissari provenivano -oltre che dall’Italia- da Spagna, Francia, Germania, Svizzera e Slovenia, molti già li conoscevamo, incontrandoli spesso in giro per l’Europa, nell’ambito di altri concorsi enologici.
Nella commissione della quale facevamo parte il presidente era François Murisier (presidente del Comitato Tecnico Scientifico del CERVIM), c’erano inoltre un enologo veneto, uno valdostano (dell’Institut Agricole Régional), un degustatore tedesco (della Mosella) ed infine noi di Vinealia.
Anziché le tradizionali schede di degustazioni cartacee, in questo concorso si utilizza una scheda elettronica, disponibile tramite un palmare a disposizione di ciascun commissario, questo permette una notevole riduzione dei tempi di valutazione dei campioni, inoltre mette il commissario in una situazione di minor stress (compilazione della scheda evitando errori, somma dei punteggi parziali etc.), permettendogli di concentrarsi unicamente sulla valutazione del vino.
Una volta compilata la propria scheda non resta che inviarla al presidente di commissione, il quale avrà immediatamente sott’occhio le valutazioni dei vari commissari, ai quali invierà la media dei punteggi.
Ci si potrà quindi confrontare portando ciascuno le proprie opinioni, ed eventualmente si potrà anche rivedere il proprio giudizio, dopodiché il presidente invierà definitivamente le schede al centro per l’elaborazione dei dati.
Questo sistema è stato messo a punto dall’Associazione Svizzera Vinea e viene normalmente utilizzato nei concorsi enologici che si svolgono in Svizzera (vedi nostro report dello scorso anno sul Mondial des Pinots, a Sierre). Vinea, partner tecnico del Concorso Vini di Montagna, si è occupata della gestione e dell’elaborazione dei dati.
Durante i tre gironi del concorso abbiamo degustato e valutato (parliamo sempre della commissione della quale facevamo parte) centoquindici vini, proposti in batterie omogenee ed appartenenti alle diverse categorie, ed abbiamo assegnato dodici medaglie d’oro ed una Gran medaglia d’oro.
A proposito di medaglie e di punteggi volevamo evidenziare che il Concorso Vini di Montagna adotta una metodologia più rigida rispetto al regolamento OIV, ovvero per ottenere la medaglia d’argento il vino deve ottenere una valutazione media di almeno 85/100, servono almeno 90/100 per ottenere l’oro e 94/100 per la Gran medaglia d’oro. I punteggi minimi richiesti dall’OIV sono rispettivamente: 82/100, 85/100 e 92/100.
Inoltre, come da regolamento OIV, non possono essere premiati più del trenta percento dei campioni in concorso.
La Gran medaglia d’oro è stata da noi assegnata ad un vino dolce tedesco, un Riesling per la precisione, mentre ci ha fatto molto piacere assegnare una medaglia d’oro ad un vino rosato (italiano), categoria quest’ultima spesso un poco bistrattata, sia dai commissari nei concorsi, come pure da buona parte dei consumatori.
Per l’elenco completo dei vini premiati si dovrà comunque attendere la comunicazione ufficiale, che avverrà in concomitanza delle premiazioni, presumibilmente verso la fine d’agosto.
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