Borgo marinaro
Tel. tel: 089/831939 mobile: 3395912526, fax089.831236
www.ristorantelatonnarella.com
Sempre aperto
Ferie dalla fine di settembre a maggio
Niente carte di credito
Si mangia scalzi dentro e fuori il locale quasi sul bagnasciuga. Tra le specialità, la pasta con i totani, le fritture di pesce fresco, gli spaghetti ai frutti di mare, le grigliate miste.
Il fascino della Tonnarella di Mario Amodio
Rimarranno memorabili quelle corse a piedi scalzi di Jaqueline Kennedy sui ciottoli infuocati della marina. E come dimenticare l’irrefrenabile voglia di libertà di Margareth d’Inghilterra, appena fuori dalla rigida armatura di corte. E i «fiumi» di champagne? Beh, a quelli ci pensavano invece i Moet & Chandon, facendolo arrivare ogni anno direttamente dalla Francia. Erano gli indimenticabili anni Sessanta, consumati dal jet set internazionale ai piedi dell’antico borgo marinaro di Conca dei Marini. Un amore quasi viscerale per quel grappolo di case che si arrampica lungo le rocce a strapiombo e per quella baia unica e suggestiva. Una sorta di anfiteatro che si apre verso il mare e compreso tra l’antica torre saracena e il promontorio su cui si erge la villa che fu di Carlo Ponti e Sofia Loren. All’epoca non c’era affollamento. Solo pochi ombrelloni e qualche «lanzino» di vecchi pescatori che faceva la spola tra il mare aperto e la riva per rifornire di pesce fresco l’unico ristorante della spiaggia: La Tonnarella che a lungo è stato il tempio dei vip. E la maledetta frana che seppellì la marina e quei pochi monazzeni nel maggio 1996 ha rischiato di scacciar via anche il ricordo, triste e malinconico, di quegli anni. Ma soprattutto di cancellare il mito degli spaghetti con «cuccuzzielli e vongole», quelli che facevano impazzire persino l’avvocato Agnelli ospite spesso della famiglia D’Urso proprietaria di una villa a quattro passi dalla spiaggia di Conca. Quel mito della Tonnarella è però duro a morire. Grazie soprattutto alla caparbietà di Umberto Lauritano, per tutti «’o bacchiss». Ne ha sfamate di bocche importanti nella sua carriera di ristoratore e oggi, con l’aiuto dei figli, Francesco e Angelo, continuerà nel suo antico mestiere. Già, perché appena terminati i lavori di bonifica del cotone roccioso, la Tonnarella ha finalmente riaperto i battenti. Delle foto con Carolina di Monaco, che battezzò la figlia nella vicina Chiesa della Madonna della Neve, o di Sophia Loren, ormai non v’è più traccia. Resta il ricordo indelebile di quegli anni, che la mente di nonno Umberto insegue come gli occhi di un bambino incollati all’onda di un potente Riva. Quelli su cui arrivavano nella baia di Conca dei Marini, Margareth d’Ighilterra o Jaqueline Kennedy. «Moet & Chandon scaricava casse di champagne in quantità industriale», racconta nonno Umberto, sguardo furbo da sapiente uomo di mare.
Il Mattino 11 luglio 2002
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