Abbiamo avuto modo di parlarvi diffusamente della perfetta ristrutturazione di questo complesso appollaiato sul mare di Amalfi. Qui era facile stare a contatto con Dio e credere fermamente nella sua esistenza: lo tocchi quando apri gli occhi la mattina.
Il Monastero Santa Rosa non ha perso questa capacità di regalare trascendenza.
La cucina di Christoph Bob, verificata poche settimane dopo l’apertura, ha avuto modo di assestarsi e perfezionarsi con i tempi, nell’ambito di un rigoroso controllo di materia prima. Poco da aggiungere a distanza di tre mesi, se non la piacevolezza dei piatti, i sapori precisi, la necessità di aggiustare il tiro sui primi, l’atmosfera irripetibile che si repsira cenando all’aperto di sera.
La carta dei vini ha ricarichi eccessivi, anche per un posto come questo. E se la Campania è comunque ben rappresentata, il resto d’Italia e la Francia appasiono ferme e un po’ turistiche. Con una cucina così e in una struttura del genere è giusto aspettarsi il massimo.
Il Monastero chiuderà a fine ottobre. Le premesse per farlo diventare un posto fantastico ci sono tutte. Non ultimo il giro di alberghi del versante amalfitano capaci di investire con decisione sulla gastronomia: Palazzo Sasso, Villa Cimbrone, Hotel Caruso, San Pietro, Syrenuse giusto per citare i più conosciuti in tutto il mondo. Cucine che contribuiscono a tenere il turismo di questo territorio su un profilo altissimo anche grazie al’ineguagliabile contesto.
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