Come si diventa pizzaiolo di successo? Ieri sera sono stato a mangiare in un pizzeria dell’hinterland napoletano, quello descritto come Gomorra ma che in realtà è ricco di attività imprendoriali e commerciali che devono preoccuparsi più che dei clan delle vessazioni di Equitalia e delle ispezioni di Asl, Ispettorato, Agenzia, Comune, Provincia, Regione, Onu, secondo la regola tutta italiana che non ne basta una per tutte.
Nel viaggio di ritorno mi sono chiesto, questo ragazzo è davvero molto bravo, ma alla luce degli ultimi anni cosa succede se ne scrivo in termini entusiasti? La preoccupazione pedagogica ha per la prima volta preso il sopravvento sull’istinto del critico vedendo l’impazzimento generale degli ultimi tre anni. E ho enumerato i possibili rischi che correrebbe questo giovane pizzaiolo di 24 anni se adesso sparassi la sua foto con la rece entusiastica.
Eccoli
1-Il primo rischio è l’arrivo di una decina di fufblogger che ormai sbafano gratis promettendo foto su Facebook e Instagram non avendo alcune testata su cui scrivere. Bravo, fantastico, buonissimo…. e il suo ego, come è naturale, inizierebbe a gonfiarsi e a pensare: sono già arrivato.
2-Il secondo rischio è il secondo strato di questo incredibile millefoglie. Missis Black che lotta a parole contro la illegalità, intasca a nero e promette di inserire il locale con i propri articoli nei circuiti che contano, quelli “nazionali” a 1200 euro al mese, magari presi direttamente dalla cassa come è suo costume, e il gioco è fatto.
3-Il terzo rischio è che viene l’imprenditore di un altro settore e gli promette di aprirgli una pizzeria nel cuore di Napoli con il suo nome. Come dire no ad una proposta così allettante? A cui seguiranno aperture a Milano, Londra e Dubai?
4-Il quarto rischio è che vedendo la competizione molto alta sullo stile napoletano, il nostro inizi a volersi distinguere con il famolo strano, importando modelli di focacce e pizze che non hanno alcuna radice con la grande tradizione secolare ma che piacciono molto ai critici gastrofighetti, quelli che dicono che bisogna togliere l’aglio dalla marinara.
5-A questo punto il nostro giovane si troverà nelle mani di un ufficio stampa più strutturato del nord che gli promette visibilità e presenza nei congressi che contano, i due o tre mani con cuochi stellati, viaggio intorno al mondo. Insomma, diventerà una rockstar! In cambio di 25mila euro annue o qualcosina in più. Perchè no?
6-Il sesto rischio è che, essendo diventato pizzaiolo gourmet con rapporti di alta gastronomia, si presenti l’ex enfant prodige campano della critica gastronomica ogni domenica e resti fino all’alba a parlare tenendo bloccato il personale o parte di esso. Come liberarsi? Presentando il conto
7-Il nostro a questo punto penserà di essere pronto per entrare nei primi dieci, no, ma che dico. Nei primi tre della 50TopPizza e quando la classifica smentirà la sua aspettativa farà il post contro le classifiche truccate e l’intromissione degli sponsor ricevendo un duecento like “bravo”, tu si che sei libero”, “tieni le palle”. A questo punto riceverà la visita di tutti quelli che sono contro 50TopPizza, sparerà le foto sorridente con la bocca ma triste con gli occhi contento di queste visite funebri. Ovviamente non paganti. #ispettoreinnamorato
8-Di fronte alla notorietà raggiunta sui social, che è come essere ricco a Monopoli, il nostro giovane pizzaiolo a 25 e tre mesi starà sempre più lontano dal forno. Inizierà a dare qualche consulenza in giro, litigherà con l’inprenditore che gli ha aperto la pizzeria e dovrà traslocare in una piccola pizzeria di provincia aperta con un mutuo tra mille difficoltà, anche perchè lo Spread si sta alzando :-)
Rientrando sotto la pioggia, parlando, pensavo, pensavo, pensavo. Farlo o non farlo?
Siccome ho l’abitudine di rispondere e ragionare sempre dopo aver dormito, mai prima. Stamane il nome lo faccio.
Il ragazzo si chiama Simone De Gregorio. Lavora a La Rosa a Trentola Ducenta dove è stata quasi un anno fa la nostra bravissima Antonella Amodio. E ha fatto pizze di straordinario valore sia nell’impasto che nel topping (cosa rara) e da tempo non ero colpito così.
E mo’ sono caspiti suoi se cadrà in una di queste trappole pensando di imboccare una scorciatoia che sempre, nella vita si rivela un vicolo chiuso.
Sorbillo è diventato Sorbillo dopo dieci e passa anni di dura gavetta. Così Enzo Coccia, Ciro Salvo, i fratelli Francesco e Salvatore, Simone Padoan, Pepe, Martucci. Tutti hanno sofferto e lottato a lungo prima di avere i riflettori sempre accesi.
In qualsiasi campo non esiste altra ricetta al successo, quello vero, che si costruisce giorno dopo giorno. Con pazienza
E Simone De Gregorio se, come credo per quel pochissimo che l’ho conosciuto ieri, saprà evitare tutti questi ostacoli, conoscerà il vero successo.
Ps: voleva essere una recensione, ma è diventato un articolo di costume:-)
Come si diventa pizzaiolo di successo?
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