MICHELE LA LUCE
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: metodo charmat
Un bicchiere di aglianico fresco, frizzantino, demisec, fuori moda, può essere la soluzione da adottare per rispondere al progressivo allineamento papilloso nel quale tutte le vacche sono nere per usare l’espressione cara a Hegel. Michele La Luce è un contadino, le sue vigne, ben esposte al sole, sono sdraiate come una bella donna sulle colline appena sotto Barile, nel comune di Ginestra, lungo la strada che porta a Venosa oraziana la bianca. L’escursione termica è buona, la ventilazione costante salva l’integrità del frutto. Qui Michele sta riorganizzando la cantina puntando ovviamente sul rosso classico ma non dimenticando la sostenibile leggerezza della tradizione spumantistica dei contadini dell’Appennino meridionale. Ecco dunque come, accanto al moscato, spunta questo aglianico che viene ingiustamente dimenticato dalle guide e soprattutto dai ristoratori. Eppure in agosto è difficile pensare di bere qualcos’altro: va bene sulle parmigiane di melanzane o di zucchine, sul ragù e sulla carne alla pizzaiola, sulla pizza se la gioca con il Gragnano mentre sulla zuppa di pesce si manifesta piacevole. Un modo di bere tipico, insomma, certamente poco complesso al naso e in bocca, ma piacevole e soprattutto nella trincea buona del rapporto tra qualità e prezzo. Da scampagnata o durante una mangiata senza impegno. E’ nostra psicosi vulturiana o davvero c’è anche sentore di foglie autunnali di castagno? Ai posteri l’arduo sorso.
Sede a Ginestra, Via Roma, 21
Tel. 0972.646145
Sito: http://www.vinilaluce.it
Email: vinilaluce@libero.it
Enologo: Sergio Paternoster
Bottiglie prodotte: 30.000
Ettari: 6 di proprietà
Vitigni: aglianico