di Enrico Malgi
Ma veramente il Fiano di Avellino è un vino che può sfidare il tempo come fosse un rosso di vaglia? E se è così qual è la sua durata massima? Le due risposte sono complementari, perché nel primo caso è un “sì” deciso e nel secondo si può ipotizzare una serbevolezza di almeno quindici-venti anni se non di più, soprattutto se il vino è stato prodotto con tutti i crismi dovuti ed è stato aiutato inoltre dall’uso accorto del legno, com’è successo proprio con l’etichetta Colle dei Cerri Fiano di Avellino Docg 2007 dell’Azienda Agricola Di Meo di Salza Irpina, dei Fratelli Roberto e Generoso.
A distanza di circa due anni dall’ultimo assaggio ho stappato l’unica bottiglia che mi era rimasta di questo millesimo.
Ho preferito tirare fuori la bottiglia dal frigo più di una mezzoretta prima del consumo, così da potere gustare il vino non troppo freddo e farlo ossigenare. Il colore che traspare nel bicchiere è sempre più dorato, vivo e brillante. Spettro aromatico sicuramente entusiasmante, laddove elargisce i suoi espansivi profumi a tutto tondo. L’incipit è costellato da un sospiroso bouquet fruttato ampio ed intenso, che si concretizza con folate di pera, mela, bergamotto, lime, melone, nocciola, ananas e cedro. In appresso ecco emergere credenziali di biancospino, tiglio, acacia e muschio. Sentori fumé, speziati ed idrocarburici. In bocca arriva un sorso esplosivo, temprato, consistente, strutturato, balsamico, sapido, minerale, energico, perfettamente equilibrato ed integro, ancora godibilmente giovane e ricco di tanta buona frutta fresca e di acidità, nonostante l’annata 2007 sia stata abbastanza calda. Soltanto un filino di ossidazione in sottofondo tutto sommato gradevole, insieme ad una punta di tannicità. Tattilità generosa, complessa, sensuale, raffinata, aristocratica e dinamica. Ancora buona la capacità di un’ulteriore evoluzione temporale. Un grande vino certamente.
Report del 19.01.2019
Colle dei Cerri Fiano di Avellino Docg 2007. Raccolta delle uve nella seconda decade di ottobre. Fermentazione in barriques di rovere francese e poi maturazione sempre in barriques per circa un anno. Lungo affinamento in bottiglia fino a cinque anni. Gradazione alcolica di tredici e mezzo. Prezzo finale di 25,00 euro.
Si tratta di un cru di particolare rilevanza e che esce sul mercato dopo dieci anni. La veste cromatica risente proprio di questo lungo tempo trascorso dal vino ad invecchiare, perché è connotata da un colore giallo dorato, quasi ambrato. Bouquet avvincente e di estremo interesse, che elargisce al naso generosi sussurri di frutta fresca, ma soprattutto di quella secca, intrecciati poi a captazioni odorose di miele di acacia, camomilla (damascenone), tiglio, muschio ed eucalipto. Tipico il marker di idrocarburi, di tostato e di fumé. In bocca esordisce un sorso consistente, strutturato, tagliente e sapido. Palato pimpante come un giovincello e connotato poi da un frutto bellamente fresco ed elegante, tanto da sopportare con nonchalance i suoi quasi dodici anni sul groppone. Ampia e persistente la chiusura. Qui ci vedo bene in abbinamento piatti un poco più strutturati, anche quelli a base di carne, ma senza pomodoro.
Sede a Salza Irpina (Av) – Contrada Coccovoni
Tel 0825 981419
info@dimeo.it – www.dimeo.it
Enologo: Roberto Di Meo
Ettari di proprietà: 20, più 15 in gestione
Bottiglie prodotte: 300.000
Vitigni: aglianico, piedirosso, fiano, greco, coda di volpe e falanghina.
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