di Marina Alaimo
Giovedì alla Fabbrica dei Sapori di Battipaglia, nell’ambito del Coda di Volpe Wine Festival si è svolta anche la degustazione di Coda di Volpe del Vesuvio, vitigno che da tempi remoti viene coltivato su questo territorio ricco di biodiversità.
L’iniziativa, giunta alla seconda edizione, ha avuto l’obiettivo di accendere l’attenzione su vitigni dalla storia importante, ma ancora poco noti al pubblico degli appassionati. Nell’area vesuviana il coda di volpe ha appunto origini molto antiche e radicate e nell’arco dei secoli, anzi millenni, si è dovuta adattare ai continui e devastanti sbalzi d’umore del vulcano, croce e delizia per la vitivinicoltura, spesso distrutta dalle eruzioni, ma poi fortemente avvantaggiata dal terreno particolarmente fertile.
Negli ultimi 10 anni le aziende di questo territorio hanno fatto notevoli passi avanti, in precedenza i vini di questa area geografica non erano un gran che, oggi sono tanti i produttori che vantano vini di grande qualità, finezza e tipicità. Grande contributo a questo territorio viene dato dalle Strade del Vino del Vesuvio presieduta da Michele Romano e dall’AIS Comuni Vesuviani, attivamente impegnate in continue iniziative di promozione ed informazione.
La degustazione è stata guidata da Pasquale Brillante, delegato AIS Comuni Vesuviani, il quale ha sapientemente sottolineato le piccole differenze tra i vini provenienti dalle diverse zone dell’area vesuviana, alcune delle quali hanno la fortuna di possedere ancora viti a piede franco essendo radicate su terreni particolarmente sciolti e quindi impossibili per la fillossera.
I terreni sono quindi ricchi di sali minerali e si avvalgono dell’influenza delle correnti provenienti dal mare, condizioni che rendono unico e molto tipico il territorio ed i suoi prodotti, siamo nella doc Vesuvio, anche se i vini sono noti soprattutto come Lacryma Christi, denominazione tra le più conosciute nel mondo per la grande diffusione conseguita alle notevoli emigrazioni passate delle popolazioni locali all’estero.
I vini in degustazione sono stati
– Lacryma Christi 2008 doc dell’azienda I Nobili del Vesuvio che ha scelto di produrlo con Caprettone in purezza, nome dato spesso localmente al coda di volpe
– Caprettone Pompeiano IGT 2008, di Fuocomuorto
– Lacryma Christi bianco doc 2008, di Casa Setaro
– Fauno Bianco Vesuvio doc 2008, di Terre di Sylva Mala
– Lacryma Christi bianco doc 2005 di Villa Dora
– Lacryma Christi bianco doc spumante dolce 2007, di Grotte del Sole
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