Michele Perillo si racconta come un contadino che poche volte esce dal suo vigneto e infatti è una occasione straordinaria il fatto che sia venuto a presentare la sua prima verticale di coda di volpe all’enoteca Treqquarti di Somma Vesuviana.
Tuttavia i suoi vini sono straordinari e sanno toccare le corde dell’emozionalità mantenendo alta l’attenzione. La coda di volpe esce sul mercato dopo tre anni dalla vendemmia trasformandosi da figlio di un dio minore in vino d’eccellenza che ha tutti i presupposti per essere protagonista del territorio irpino ed elemento di spicco nell’enologia italiana. I fattori che convergono a favore di una produzione così espressiva sono molteplici e la sensibilità di Michele riesce a valorizzare ogni singolo elemento. Eppure i mezzi a disposizione sono assolutamente basic, legati alla tradizione vignaiola di famiglia, come il vecchio torchio a mano o l’utilizzo dell’acqua di fonte per refrigerare il mosto in fermentazione.
Le piccole dimensioni dell’azienda gli consentono di lavorare con attenzione meticolosa ed in maniera artigiana. Sono cinque gli ettari vitati a Castelfranci, il punto più alto del territorio del Taurasi, a circa 600 mt di altitudine, condizione che favorisce notevoli escursioni termiche giorno notte, i suoli si presentano ricchi di scheletro e ceneri vulcaniche, molte delle piante sono ultra centenarie e a piede franco, e il vento fresco del Terminio spira di continuo favorendo una buona sanità dei vigneti. Le vendemmie a questa altitudine sono piuttosto spinte, con l’aglianico si arriva a dicembre perché l’uva deve raggiungere una buona maturazione per esprimersi poi al meglio.
In degustazione ci sono quattro code di volpe, 2009, 10, 11, 12 ed il Taurasi 2006.
E’ il vino dell’eleganza il millesimo 2009, e dell’emozione, sottile in ogni espressione, é piccoli fiori di campo, frutta gialla delicatissima e muschio bianco, sinuoso e leggiadro il sorso, seduce ad ogni assaggio, piacevolmente fresco.
Più calda nei profumi e al palato l’annata 2010, racconta accenti evoluti di mela cotogna pur mantenendo piena piacevolezza, agrumi maturi, accenti fumè e di fiori di acacia, il sorso è ricco e l’alcol si fa sentire, fresco e dinamico.
La 2011 è il vino dell’energia, ostentata in sicurezza, passo cadenzato e veloce, piena intensità di profumi complessi che vanno dalla lavanda ai toni minerali, agrumi ed erbe mediterranee, il sorso ha materia e vigore, vibra sulla spinta della freschezza e si allunga sui toni sapidi.
Ritroviamo l’eleganza nella coda di volpe 2012, splendida, da attendere con grandi aspettative. Il vino è profondo, appena fumé, minerale, agrumi eleganti e mantiene al sorso il passo sicuro e raffinato con freschezza quasi ruvida.
II Taurasi 2006 è l’ultimo in commercio, fine ed austero, centra in pieno il territorio , sottile nei profumi che rimandano soprattutto frutto di ciliegia, le spezie sono delicate di pepe e liquirizia, come le note floreali di viola. Il corpo snello rende particolarmente godibile l’assaggio, i tannini fanno la loro parte e vogliono tempo, danno ritmo insieme alla freschezza cedendo lentamente il passo ai toni appena amari in chiusura.
E’ stato ottimo compagno del tagliere di formaggio e salumi selezionato da Massimo Petrone, proprietario dell’enoteca Treqquarti, organizzata non solo per l’assaggio del vino, ma anche per una buona accoglienza ai tavoli con piatti del giorno e prodotti ricercati.
Treqquarti è in via Gramsci 15 Somma Vesuviana (NA).
http://treqquarti.it/
Dai un'occhiata anche a:
- Addio Raffaele Vitale, l’architetto che conquistò la stella
- Ci lascia Sandro Brini, per riabbracciare in cielo la figlia Maria Felicia
- Addio a Giovanni Struzziero, il viticoltore silenzioso
- Pietro Macellaro, dalla fava di cacao alle sue fantastiche uova di Pasqua
- Francesco Martucci anno sesto del suo regno, ma 30 di dura gavetta
- Nando Salemme di Abraxas e l’osteria contemporanea
- Massimo Bottura: il segreto della cucina italiana all’estero è la semplicità che emoziona
- Roberta Esposito, la pizzaiola della Contrada e la metanorfosi di Aversa