I BORBONI
Uva: coda di volpe
Fermentazione e maturazione: acciaio
Difficile dire se la Campania sia terra di rossi o di bianchi. Certo che fiano, greco, falanghina, asprinio e coda di volpe sono già di per se un bel patrimonio di uve su cui poter lavorare. Il terreno vulcanico e i microclimi così diversi rendono possibili bicchieri fruttati e alcolici come nel Nuovo Mondo, stanchi come in Sicilia o floreali ed eleganti come al Nord. Una gamma molto vasta che regala un’ottimo voto medio anche se siamo davvero molto lontani dalle eccellenze del Friuli e delle Marche. I produttori prima erano abituati a bianchi di pronta beva, poi si sono buttati come tutti sui rossi e la ricerca langue. Ecco perché a noi piace molto questa azienda di Lusciano nell’Aversano dei cugini Carlo e Carlo Numeroso: punta deciso sul bianco e i risultati si vedono anche se finora è stata dura. Ebbene, durante una degustazione coperta dell’Amira Paestum la loro Coda di Volpe Lunajanca, che vuol dire Luna Bianca, è arrivata nettamente prima. Le degustazioni dell’Amira presieduta da Diodato Buonora possono essere o meno condivise, ma di una cosa siamo assolutamente certi: sono fatte rigorosamente al buio proprio come i concorsi organizzati dall’Associazione Enologi Italiani presieduta da Giuseppe Martelli. Perciò mi fido al buio. E infatti non sono mancati clamorosi ribaltamenti di luoghi comuni e anche conferme, tra cui il buon piazzamento che sempre hanno i Feudi di San Gregorio in queste occasioni. E qui non c’è altro meccanismo se non l’assaggio di gruppo con la bottiglia coperta: la decina di degustatori conosce solo il vitigno e niente altro. La coda di volpe è il vitigno meno conosciuto dei cinque citati prima ma è il più diffuso in Campania dopo la falanghina per un motivo molto semplice: viene usata in tutte le doc per abbassare l’acidità elevata delle altre uve. In questo caso con 5 euro avrete un bel vino, non complesso ma fresco e persistente, da abbinare a quasi tutta la cucina campana quando non entra in campo il pomodoro.
Sede a Lusciano, via Macedonia, 38
Tel. 081.8141386, fax 081.8129507
Sito: http://www.iborboni.it
Enologo: Maurizio De Simone
Bottiglie prodotte 130.000
Ettari: 13 di proprietà
Vitignio: asprinio, coda di volpe
Dai un'occhiata anche a:
- Masseria Felicia, Ioposso Piedirosso Igt Roccamonfina 2016: un riuscito esperimento tra solidarietà e territorio
- Falerno del Massico Bianco Vigna Caracci 2014 Villa Matilde Avallone
- Paradosso: il vino bianco da uve rosse della Cantina Trabucco
- Vini Tenuta Fontana – Nuove annate
- Terra di Lavoro Campania Igp 2015 – Galardi
- Villa Matilde Falerno del Massico Bianco Collecastrese 2023 Dop. L’enologa Maria Cristina De Simone Avallone alla guida della produzione
- Antonio Papa | Memoriae – Falerno del Massico bianco
- Country House Ortali a Galluccio: Aglianico e Falanghina di cinque amici