
La Coda di Volpe di Michele Perillo è uno dei miei vini del cuore. Scoperta quasi per caso nel cuore dell’areale del Taurasi in una cantina famosa proprio per la lenta lavorazione dell’Aglianico, le prove di questo bianco sono state una folgorazione. Eppure parliamo di una formula semplice, lavorazione in vasca d’acciaio e via, sosta sulle fecce per almeno due, tre anni. Averne parlato ha accorciato i tempi commerciali come purtroppo spesso succede, rispetto alle prime che uscivano dopo quasi dieci anni adesso la pressione è tale che il bianco lascia la cantina dopo tre anni. Bene, in questo caso, parliamo della 2018 tirata fuori da Mimmo De Gregorio dello Stuzzichino di Sant’Agata sui due Golfi, godiamo della assoluta purezza di questo bianco ancora molto lontano dai sentori di idrocarburi che sviluppo sui tempi lughi. Dedicato al dentice di cinque chili cotto al sale di cui abbiamo goduto tanto nella trattoria più amata dagli italiani.
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