Vista 5/5. Naso 22/30. Palato 25/30. Non Omologazione 30/35
I lettori di questa antica rubrica, siamo insieme dal 1995, sanno bene quanto mi fa luccicare gli occhi la Coda di Volpe: si tratta di un bianco tipico, sicuramente non il bicchiere dei nostri sogni, ma particolarmente adatto alle mille occasioni della tavola conviviale, quando i piatti hanno bisogno di struttura e freschezza.
È indice di serietà vedere aziende scommettere su questo vitigno: lo ricerca una nicchia di mercato, non va facile come Falanghina e Greco. Eppure è punto di identità volerlo fare, distingue, mette i paletti, fa capire come sia necessaria la cultura al commercio del vino.
Capitiamo così al Musa, il museo contadino alle porte di Benevento, scopriamo che la Campania è terra di tartufo bianco ma anche come la situazione in questo settore sia simile a quella del vino di venti e passa anni fa: altri vengono, comprano a prezzi bassi e rivendono. Come il vino degli anni ’70 e ’80,anche il tartufo bianco campano diventa piemontese. E pochi sanno come sia pregiato, buono, straordinario, esprresione di un terreno vulcanico e pulito nel Sannio, in Irpinia e, si pensa, sicuramente anche nell’immacolato Cilento del Gelbison e Cervati.
Ci rifugiamo in tenta, alla mostra organizzata dall’associazione dei tartufai sanniti e lì compare quel brigante di Toni Di Cicco: i ricordi degli scontri con i piemontesi bruciano ancora a Casalduni, rasa a suolo per rappresaglia ad una sconfitta. Così scopriamo la decisione della cantina Terra di Briganti di esprimere monovitigni: Fiano, Falanghina e Coda di Volpe, appunto. Una 2010 nel pieno della sua vitalità, fresca pimpante, adatto al carpaccio di marchigiana e ai tagliolini, sempre coperti di tartufo bianco ovviamente. Non sappiamo dire se il cibo ha aiutato il vino o viceversa, sappiamo che abbiamo chiuso con questa Coda dopo un percorso da manuale, per lasciare la bocca pulita dopo i mostacciuoli allo Strega. Coda di Volpe da sogno, portatela con voi nella cassetta degli attrezzi quando girate per tartufi e funghi, il brigante non vi deluderà, ha voglia di rivincita.
Sede a Casalduni
Contrada Tacceto, 6
Tel. e fax 0824.856388
www.terradibriganti.it
Enologo: Roberto Mazzer
Ettari: 4 di proprietà
Vitigni: aglianico, falanghina, fiano e coda di volpe
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