Uva: coda di volpe
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Ritrovo questo gioiello in una carta dei vini a Sorrento e lo prendo. Certo 26 euro significa un ricarico del 400 per cento e così poi ti spieghi anche perché il vino gira molto meno di quel che dovrebbe nei ristoranti visto che per un bianco del 2007 basterebbe un ricarico del doppio o, per essere professionali e intelligenti commercianti, appena della metà per avere margine. Sì, insomma è vero che c’è crisi, ma questa è dovuta non solo alla mancanza di soldi e alla perdita di posti di lavoro, ma anche alla insipienza di chi dovrebbe fa ruotare la carta. Ma non è il tema di cui voglio parlarvi, anche perché questo piccolo grande vino ne vale molti di più: tagliente su una julienne di seppie, sedano e noci, potente sullo spaghetto di grano duro fatto in casa con le maruzzelle, efficace persino con la parmigiana pomodorosa di pesce bandiera. Raffaele Troisi me lo aveva detto, come potete leggere nella scheda qui sotto, ma i mesi gli confermano il suo orgoglio per aver lavorato molto bene esprimendo l’annata in modo fantastico. Certo, il Coda non è un vitigno ricco di aromi, ma non è questo che bisogna cercare nel bicchiere, anche i toni fruttati appena accennati ormai quasi un anno fa sono spariti ed è restata solo una grande mineralità sulfurea, parente del Greco di Tufo autentico e, sopratutto, una assoluta e autentica sapidità marina. Credo che in questo momento in Campania nessuno faccia dei vini così salati e perciò così adatti alla cucina della Costa ed è per questo che Raffaele sembra essere l’autore di vini nati vicino al mare o, meglio, l’interprete autentico di quella tradizione di chi faceva fiano e greco pensando solo alla Costa. La Coda 2007 è diventata più seria e decida, la freschezza domina ancora incontrastata ed è supportata da buona struttura ed è incredibile notare come alla fine il mio gusto personale mi abbia riportato esattamente allo stesso punto di partenza. Non esito a dire che questo è uno dei migliori bianchi campani dell’annata 2007 per la sua rigorosa costruzione enologica, semplice e perciò coerente, marcata e dunque immediatamente visibile, da conservare e perciò bevibile, da condividere e dunque esclusiva. E un vino talmente estremo nella sua fattura da poter essere capito da chiunque perché in bocca ha il compito di lavorare in abbinamento, ha funzione sgrassante e depurante, compensa le mollezze di alcuni piatti e usa lo iodio delle ricette marine come un surfista impegnato a fare il buffone sulla spiaggia. Ti ho pensato, Coda, poi in serata, quando sono stato immerso in una degustazione di Riesling a Nerano. Li bevevo, li guardavo e pensavo: ci fosse la piccola grande Coda di Raffaele li metterebbe tutti a figura di merda. Certo, utili come sorbetto prima del trionfo pasticcero del mitico Alfonso Caputo.
Assaggio del 3 giugno 2008.
“Proprio buona”. Trovare un irpino che si sbilancia in genere è difficile. Ancora di più se deve parlare di se stesso. Quasi impossibile se il soggetto in questione si chiama Raffaele Troisi, uno dei pochi produttori capaci di misurare il proprio vino con parametri oggettivi, quasi da esterno. Ma venerdì, durante una bella serata trascorsa a La Maschera di Avellino con lui, Mimmo Ocone, Milena Pepe e Michele Romano per girare il promo Tv del Coda di Volpe Wine Festival, il nostro amico non ha saputo trattenersi. Come dargli torto? Davvero il suo bianco, come il Greco e il Fiano, hanno innestato una marcia in più, quasi a trovare un marker ben identificabile, la mineralità esagerata, la freschezza indomita a cui stavolta si aggiunge un po’ di polpa, pera soprattutto, ma anche inaspettate note floreali. Come sta accadendo per tutti i bianchi, anche questo sembra essere partito in anticipo rispetto agli altri anni perché maggiormente composto, intendo da bere con soddisfazione anche adesso, come del resto si deve consumare la Coda di Volpe. La padronanza della tecnica di vinificazione ormai collaudata in tanti anni, nonché le peculiarità di questa fetta di territorio irpino, segnano comunque sicuramente un distacco da altre zone della Campania e del Sud, qui c’è sempre una differenza costante di tre, quattro gradi rispetto alla Costa e soprattutto si registrano ogni notte significative escursioni termiche. Questi elementi segnano un punto di vantaggio soprattutto in annate fetenti come la 2007 dove il caldo ha dominato anche prima dell’invaiatura creando non pochi problemi nella lavorazione. Nonostante ciò Raffaele è riuscito a risolvere anticipando di molto la vendemmia, partendo quasi in contemporanea, il giorno prima per l’esattezza, a Sabino di Pietracupa, avendo ben presente l’idealtipo da rispettare e se anche si è trovato di fronte a frutta leggermente più evoluta, ha comunque salvaguardato l’acidità in maniera brillante e soddisfacente. Una Coda di Volpe sapida, per ciò stesso vocata all’abbinamento con i piatti di pesce, la più marina del suo genere sinora provata, in grado di camminare ancora a lungo e di cui studieremo volentieri l’evoluzione. Un risultato da confrontare con altre annate e attendiamo impazienti dunque la verticale di Battipaglia di martedì 10 a Fabbrica dei Sapori.
Sede a Montefredane. Contrada Vadiaperti
Tel e fax 0825.607270
Sito: http://www.vadiaperti.it
Enologo: Raffaele Troisi
Bottiglie prodotte: 100.000
Ettari: 7,5 di proprietà
Vitigni: aglianico, fiano, greco, coda di volpe
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