Territorio o vitigno? Francia o Nuovo Mondo? L’Italia non sembra aver avuto molti dubbi a partire dagli anni ’90, e la Campania ancora di meno visto che le denominazioni di punta si identificano con l’uva di provenienza o con il nome del vino ottenuto da questa uva. Certo, la comunicazione è molto più facile e tutto andrebbe per il meglio se non per un particolare, le uve viaggiano i territori no. Ma, al di là di queste considerazioni trite e ritrite, il vero punto da analizzare è un altro: abbiamo vissuto nel mantra dei vini da monovitigno il che, nella viticoltura di un tempo, era una eccezione perché le annate portano sugli scudi uve diverse e gli stessi vigneti erano promiscui. Certo, oggi la tecnologia è consente di padroneggiare meglio l’andamento vendemmiale, ma siamo proprio sicuri che sia un delitto bilanciare le uve a seconda di come sono le annate? Queste riflessioni mi sono venute stappando dal dimenticatoio della mia cantina una bottiglia di Falanghina Irpinia doc de I Capitani, piccola aziendina di Torre Le Nocelle di fronte a Taurasi che da sempre propone, oltre all’olio, vini ben eseguiti e longevi. Una Falanghina baciata alla Coda di Volpe, come dichiarato esplitamente in retroetichetta.
Il risultato, a distanza di cinque anni dalla vendemmia, è quello di un bianco equilibrato, bilanciato, piacevole e lungo, sapido, freschissimo e vibrante. Un bianco insomma dotato di grande personalità. A dimostrazione insomma che il blend il più delle volte non involgarisce, ma impreziosisce il vitigno principale. Su questo tema in pochi stanno ragionando, per esempio Gerardo Vernazzaro sugli Astroni con Tenuta Camaldoli. Purtroppo in questi anni è la realtà che si deve adeguare al messaggio e non viceversa. Così un po’ tutti si sono adagiati su quello che, quasi sempre, è un assoluto controsenso in natura.
Tutto questo per dire, insomma, che non bisogna mai adagiarsi sui luoghi comuni quando si stappa una bottiglia. Buon anno!
Sede a Torre Le Nocelle, via Bosco Faiano. Tel. 0825.969182, fax 0825.22624. www.icapitani.com. Enologo: Carlo Introini. Ettari: 12 di proprietà. Bottiglie prodotte: 40.000. Vitigni: greco di Tufo, coda di volpe, fiano, aglianico, piedirosso.
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