I Librandi producono 2 milioni e mezzo di bottiglie in Calabria nel cirotano. Ma non sono autosufficienti e devono ricorrere specie per la produzione del Cirò Doc alle uve di altre vigne. Da qualche anno i vignaioli che conferiscono le uve alla cantina più importante del territorio calabrese si sono uniti in associazione.
L’iniziativa fortemente voluta da Antonio e Nicodemo, per controllare la filiera e garantirsi standard di qualità sempre più elevati, raccoglie i fornitori dell’azienda e gli mette a disposizione lo staff tecnico, i laboratori e i consulenti. Da tre anni, per continuare a rinvigorire il patto che lega l’azienda ai conferitori, è stato istituito un premio che la famiglia e una giuria di super esperti conferisce al viticoltore d’eccellenza.
Sabato il premio è stato consegnato a Cirò a margine di una tavola rotonda sulla “Determinazione della maturità ottimale delle uve in relazione alla data di vendemmia” cui hanno preso parte il professore Mario Fregoni, già ordinario di viticoltura a Piacenza e i consulenti dell’azienda Andrea Paoletti e Donato Lanati. E’ stato un momento di formazione operativa per i tanti operatori presenti all’incontro, ma anche un’occasione per ribadire il no alla modifica del disciplinare che tanto sta facendo discutere il settore in questo periodo.
Alla voce degli ospiti si è unito quella dei vignaioli e quella dei due sindaci di Cirò Marina e Cirò che hanno ribadito con forza la difesa dell’identità del vino.
I vincitori del Premio Librandi 2010:
1° Nicodemo Montone
2° Alfonso Calabretta
3° Nicodemo Parrilla
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