Duca Sanfelice di Librandi: sono passati cinque anni dall’ultima verticale a Napoli in cui lo confrontammo con il Gravello e il Magno Megonio. Cinque lunghe stagioni nel corso delle quale non è cambiata la nostra opinione su questa fantastica etichetta dall’incomparabile rapporto tra qualità e prezzo: uno dei rossi più straordinari del Sud, una vera bandiera enologica curata da Donato Lanati che ha segnato il territorio in maniera irreversibile tra chi ha rincorso modelli internazionali andando incontro al fallimento palatale e chi, invece, ha continuato a credere nel Gaglioppo.
L’atteggiamento di una azienda leader di territorio è fondamentale quando si deve decidere se imboccare o meno una direzione. E i fratelli Antonio e Nicodemo negli ultimi vent’anni non hann avuto dubbi.
Nell’ultima edizione di Radici siamo tornati su questa bottiglia in un momento il testimone dell’azienda è stato preso dalla nuova generazione.
Una cavalcata nel tempo magnifica che cerchiamo di riassumere in poche note.
Duca Sanfelice 2008
Sette anni sono tanti per la vita di un uomo, ma per il Gaglioppo non sono nulla. Il 2008 si presenta con un colore rubino scarico, vivo e brillante, un naso di ciliegia e marasca corredato da leggere note di tostato e di cenere oltre che di macchia mediterranea e un impianto palatale fantastico: il vino regala immediatamente frutta rossa dolce e tanta freschezza mutuando poi in una serie di sensazioni sapide e piacevolmente amare con una chiusa precisa e lunghissima.
Una esecuzione perfetta. Voto 90
Duca Sanfelice 2007
L’annata calda si sente con precisione all’olfatto con una prevalenza di frutta rossa evoluta che detta un ritmo monocorde. Con il riscaldamento il bicchiere esprime un tostato secco. Al palato, oltre che alla ciliegia, c’è la freschezza a salvare la beva con un allungo deciso che regala dinamicità al sorso sino al finale in cui torna un accenno di frutta leggermente matura. Il tannino è meno setoso della 2008, addirittura un po’ asciugante. Voto 88
Duca Sanfelice 2004
Sono passati undici anni, ma non è possibile trovare un segno di cedimento nel colore: resta un rubino brillante. Al naso invece prevale la confettura di ciliegie accompagnato da uno sbuffo alcolico in eccesso, poi ricoperto da piaceoli note balsamiche. In bocca c’è tanta energia, la freschezza è rientrata nel corpo del vino ed esprime una bella piacevolezza. Un vino compatto, che però, a differenza di altri rossi dello stesso millesimo, non si distende. Voto 88
Duca Sanfelice 2001
A distanza di 14 anni il colore resta brillante, ma il rubino diventa più carico, meno penetrabile agli occhi. Il naso vede una prevalenza di macchia mediterranea, note di drogherie e di frutta secca, nocelline, carruba e una nota fumè ben accennata. Al palato è ben equilibrato, fresco, decisamente più dimanico che al naso. Un vino che ha ancora molte stagioni davanti. Voto 90
Duca Sanfelice 1998
Il colore ormai è quasi granato, ma sempre brillante e vivo con una lieve sfumatura aranciata sull’unghia. Il naso è quello di una stagione calda, con una prevalenza fruttata, ciliegia matura e amarena. Al palato è ben compatto, ancora molto fresco, con un corredo di note piacevoli e corroboranti. Il vino è in ottima forma. Voto 90
Duca Sanfelice 1997
Il tempo passa invano per questo rosso, davvero. Arriviamo al 1997 con una grande piacevolezza: all’olfatto ancora frutta in esubero, note di macchia mediterranea, carruba, un po’ di cenere. Al palato il vino ha ancora una freschezza vibrante ed emozionante. Sta per iniziare il lungo viaggio, siamo ancora sulla soglia del’emozione. La chiusura è precisa, pulita e rinnova la voglia alla beva. Voto 90
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CONCLUSIONE
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Il Duca Sanfelice di Librandi è semplicemente un vino eterno. Dopo i dieci anni inizia a trovare un equilibrio al rialzo che gli consente di attraversare gli anni evolvendo e maturando lentamente. Un vino non strillato, fuori concorso, dedicato a chi di questa materia capisce davvero. Impossibile capire la Calabria senza aver bevuto questo vino e aver provato l’emozione di stapparne una vecchio.
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