In occasione del supplemento pubblicato con il Mattino sulle ricette di Pasqua, ho consigliato cinque Taurasi la cui cifra stilistica e psicologica mi gusta molto in questo periodo. Non solo per la corrispondenza tra la viticoltura praticata e il risultato in bottiglia, ma soprattutto per la voglia di rimanere se stessi dei produttori attraverso percorsi autonomi, senza essere angosciati dal dover inseguire modelli estranei.
Non a caso, porco cane, si tratta di bicchieri assolutamente abbinabili al cibo di territorio. Caratteristica questa che dovrebbe diventare assolutamente uno dei primi parametri, se non il primo, nella valutazione di qualità del cibo. E siccome la Pasqua della tavola italiana ha bisogno di acidità e tannini per sgrassare il palato, ecco a voi cinque soluzioni.
NeroNè 2005 Taurasi docg Il Cancelliere
Taurasi molto tradizionale, così come ci ha abituato la lavorazione dell’aglianico Antonio Di Gruttola. La materia prima straordinaria di Montemarano si fa sentire alla grande. Nella fascia classica compresa tra 10 e 15 euro franco cantina.
Don Ciriaco 2004 Taurasi docg Mier Vini
Si legge Taurasi e si pronuncia Giacomo Pastore: grande esperienza, prima commerciale a Antica Hirpinia, adesso vignaiolo in prima persona per prodotti sempre interessanti e ben tipicizzati. Sui 16 euro franco cantina.
Taurasi 2004 docg Contrade di Taurasi
Questo vino esuberante, straordinario, è stato spesso commentato sul nostro blog e dunque c’è poco da aggiungere. In commercio c’è la 2005 ma noi vi suggeriamo di godere intanto della 2004, più compiuta e molto interessante. Un vino da abbinamento, da attendere a lungo con pazienza, straordinaria espressione di un progetto di valorizzazione dell’areale. Sui 18 euro franco cantina
Poliphemo 2005 docg Luigi Tecce
Lo abbiamo bevuto proprio ieri a tavola durante la presentazione del 2006 di cui vi scriverà Mauro Erro. Una giornata magnifica, c’era anche Enzo Mercurio che con Luigi ha avviato un progetto specifico in anfora.
Si tratta di vini pieni di carattere, Taurasi sempre diversi di anno in anno, la filosofia esattamente rovesciata rispetto al prodotto dei grandi numeri: non, cioé, la ricerca di una qualità standard, bensì la possibilità di interpretare l’annata in modo che si ricordi meglio la specifità vendemmiale. Ogni anno, dice Luigi, ha qualcosa da raccontare, persino la pessima 2002. Perché non ascoltarla? Sui 20 euro franco cantina per un vino capace di stare con voi anche i prossimi trent’anni.
Forse il meno strillato e il più tranquillo, così come ci ha abituato Carmine Valentino. Un rosso che non soffre concentrazioni e di ottima stoffa, anche per il costo: tra i 10 e i 15 euro franco cantina.
Cinque occasioni per stare bene a tavola e bere un territorio entrando nelle pieghe dei terroir senza fermarsi ai soliti noti.
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