Quanto ancora c’è da scoprire. Quanto ancora da raccontare. E’ il bello del Cilento.
Terra ancora in gran parte selvaggia, le zone interne poco antropizzate, quelle affacciate sul mare con spiagge immense e grotte nascoste.
La storia che raccontiamo questa volta è tanto più bella perché storia di un ritorno alla terra, alla vita, alla bellezza, in una regione che ha conosciuto spesso solo abbandoni e tradimenti.
A meno di quattro chilometri da Vallo della Lucania, salendo per la strada che porta a Moio della Civitella, paesino di circa 2000 abitanti, in una contrada completamente circondata dal verde si trova il Casino Don Titino, una residenza in pietra di metà Ottocento.
Vecchio casino di caccia di un signorotto del luogo, condiviso – come usava una volta – con i paesani in occasione le feste comandate: qui si veniva tutti insieme per mangiare all’aperto sul prato, per le scampagnate di Pasquetta o del santo patrono, oppure per festeggiare il Ferragosto.
Poi, negli ultimi anni, l’abbandono, l’incuria – per non dire altro – dei fittavoli lo avevano trasformato in un rudere semi nascosto dai rovi.
Un paio di anni fa Vincenzo Maria Palladino, napoletano di adozione, con papà cilentano e famiglia materna pugliese, decide di farne la sua ragione di ritorno in Cilento. Interrotti gli studi di giurisprudenza per dedicarsi all’arte e alla pittura, scopre questo casino e se ne innamora. Più di un anno e mezzo a lavorarci, anche personalmente, per renderlo abitabile ma – soprattutto- per farlo proprio, con le sue tele, i suoi disegni, i suoi lavori in legno. Per farlo diventare casa.
All’esterno, con una impegnativa opera di recupero, è stato liberato il prato che circonda la costruzione, creato un viale tra i pini imponenti, un orto e, tra qualche mese si darà avvio a ben nove ettari di ficheto.
Una vera e propria azienda agricola, insomma, pensata però con uno spirito di condivisione e ospitalità, proprio come quello che don Gaetano (il proprietario del casino, il ‘don Titino’ omaggiato nel nome) ha lasciato in eredità alla memoria degli anziani del paese.
La stessa struttura è stata ripensata in funzione dell’accoglienza: al pian terreno una grande sala da pranzo, mentre al piano superiore un soggiorno con divani e camino invita alla convivialità. Accanto una camera doppia con annesso salotto, pensati per ospitare un B & B con doppia vista panoramica, tra l’azzurro del mare e le nuvole sulla cima del monte Gelbison.
Il tutto arredato con gusto e personalità, in maniera originale e creativa, come solo un artista può fare, con particolari che vanno dal design al modernariato. Ma anche con grande rispetto per gli spazi e i materiali – e l’anima, aggiungiamo noi – del luogo.
E veniamo alla parte gastronomica.
Con il mese di maggio è di fatto partita al Casino la stagione estiva: tranne il lunedì (giorno di chiusura) ogni sera dalle 19.00 alle 22.30 si offre un buffet di prodotti locali al prezzo promozionale di 10 euro, mentre il giovedì ci sono serate a tema con cena su prenotazione.
Il servizio di ristorazione e gli spazi esterni consentono ovviamente di organizzare feste ed eventi.
In cucina c’è Lucy, di origini dominicane e cilentana d’adozione, che lavora seguendo principamente ricette classiche della regione, anche se con un pizzico di fantasia esotica che non guasta.
Qui troverete dunque le melanzane ‘mbuttunate’ alla cilentana, cioè ripiene con un composto a base di cacioricotta di capra, poi fritte e condite con salsa di pomodoro profumata al basilico; polpette di pane; polenta fritta (aromatizzata con ingrediente … segreto); frittata di cipolle e patate.
E ancora, carote agro-piccanti; bietola all’insalata, parmigiana di melanzane. Formaggi di pecora e capra più o meno stagionati, serviti con miele e marmellata fatta in proprio.
E anche una delicatissima lasagna bianca di stagione, con mozzarella, ricotta e carciofi.
Una cucina, dunque, quasi completamente vegetariana, fedele alla storia di un territorio povero, che nei secoli passati ha vissuto soprattutto di ortaggi e verdura, dove la carne, quando c’era, era quella di capra o di qualche animale da cortile. Ma che oggi, per sapore e biodiversità costituisce la vera ricchezza della tavola.
Il vino e l’olio provengono dalle masserie di famiglia in Puglia che, trovandosi nel fertile Tavoliere, producono principalmente grano. Il pane, buonissimo, da lievito madre, viene invece da un forno a legna di un paese vicino.
Si chiude con un piccolo dessert di Lucy e con le sue meravigliose zeppole, servite ancora calde.
Si mangia, si chiacchiera, ci si gode la natura, in un’atmosfera di quiete e relax impagabili. Qui, come nel Cilento più nascosto e segreto, il tempo si dilata: qualche ora trascorsa al riparo dal caos regala al corpo e alla mente l’equivalente di un mese di riposo. Provare per credere.
(foto di Pasquale Pescatore)
Casino Don Titino
Contrada Scazzariello di Moio della Civitella
Tel. 320.3869379 – 328.2232556
Sempre aperto
Chiuso il lunedì
Pagina Facebook: Casino Don Titino
vincpalladino@gmai.com
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