di Enrico Malgi
Ma dove cavolo sta questo agriturismo? Qui non si arriva mai. All’improvviso una botta davanti alla mia auto. Mamma mia cosa è successo? Mi fermo per controllare i danni e scopro che percorrendo la strada sconnessa e sterrata sono andato a finire in un avvallamento, ho perso il copricerchio della gomma davanti e il cerchione si è contorto. Mannaggia! E vabbé, non fa niente. Se “Parigi val bene una messa”, come disse Enrico IV di Borbone quando si convertì al cattolicesimo per salire sul trono di Francia, visitare per la prima volta l’agriturismo Corbella di Giovanna Voria a Cicerale vale bene una ruota…! D’altronde, ho tanto insistito con Giovanna che ogni difficoltà viene superata dalla felicità di poterla finalmente incontrare. E poi, come si legge nel Vangelo, “…per andare in Paradiso bisogna percorrere una strada stretta e tortuosa…”.
Io e mia moglie arriviamo in Paradiso, pardon a destinazione, in una bella e radiosa mattinata d’inizio estate. L’agriturismo, formato da due casali, è immerso nella selvaggia e opulenta macchia mediterranea e circondato da colline feconde di viti, ulivi, alberi da frutta e prodotti orticoli. Subito ci viene incontro Giovanna col suo sorriso smagliante e rassicurante. Si vede che è molto contenta d’incontrarci. Ci fa girare per tutto l’agriturismo, ci parla di lei, della sua infanzia, della sua famiglia, del suo lavoro, dell’inizio un po’ stentato, del suo impegno quotidiano e di tante altre cose personali.
Poi ci fa accomodare ad un tavolo già preparato per l’occasione nell’ampia ed accogliente sala da pranzo. Intanto in cucina fervono i preparativi e Giovanna è costretta a fare la spola tra il nostro tavolo ed i fornelli. Vorremmo che si sedesse con noi, perché è piacevole ascoltarla con quella sua voce pacata e suadente, ma lei deve correre in soccorso della sorella Antonietta che sta preparando squisiti manicaretti. Mi fa scegliere il vino, una bottiglia di Naima di De Conciliis, e poi comincia a presentare i suoi gioielli.
Come in un classico film del Neorealismo, in cui capitava di assistere a scene di povera gente che si abbuffava dopo un forzato digiuno per colmare l’atavica fame, le portate si succedono a ritmo incalzante.
Con la differenza che qui non si mangia in abbondanza solo per saziarsi, ma è piacevole degustare prelibate preparazioni culinarie. Perché questi piatti, frutto di una cucina cosiddetta “povera”, raccontano la storia e la tradizione di un popolo, quello cilentano, che in passato ha sempre sofferto la fame, proprio come nei film di De Sica e Rossellini. Oltretutto, gli alimenti provengono direttamente dall’azienda agricola dell’agriturismo, che pratica un metodo biologico. Giovanna mi confessa che per fortuna può contare su una clientela fidelizzata da molti anni, che viene qui da ogni parte d’Italia e, soprattutto, dall’estero.
S’incomincia con sfiziosi assaggini di frittelle impanate e fritte di cicoria selvatica, di salvia e di fiori, seguiti subito da fiori di zucca con la mozzarella. Poi, senza interruzione, ecco serviti dei crostini di pane di castagne, con crema di melanzane, crema all’ortolana e crema di mandarino. Rotolo ripieno di melanzane, cicoria e prosciutto. Bruschette alle erbe mediterranee, noci e cacioricotta di capra.
Una caprese con mozzarella di bufala, pomodori e finocchietto selvatico.
Altro antipasto variegato: cacioricotta di capra, formaggio ovino e caprino, pera alla cannella, fichi all’Aglianico, marmellata di asparagi selvatici e vincotto, che bontà! Pietanze semplici e genuine che si rifanno ad una vecchia tradizione locale. Ecco avanzare poi due saporitissimi primi, che ricordano le giornate di festa nel Cilento, quando i contadini, dopo una lunga settimana di duro lavoro, posavano i loro attrezzi per sedersi felicemente alla tavola imbandita e sempre affollata: cavatielli con crema di ceci, mozzarella, noci e rucola e poi fusilli all’ortolana con tante verdure fresche appena raccolte nell’orto dietro casa. Per secondo un delizioso e profumato agnello al mirto cotto a puntino.
Per ultimo, cercando di trovare un piccolo spazio nello stomaco ormai pienissimo, una sfilza di gustosissimi dolci preparati direttamente da Giovanna e Antonietta, compresi degli insuperabili cannoli alla siciliana, accompagnati da un liquore a base di ceci di Cicerale, naturalmente (terra quae cicera alit).
Una vera abbuffata, ma ne valeva veramente la pena credetemi. E poi la soddisfazione di poter incontrare e dialogare con Giovanna, una donna semplice, umile, affettuosa, ospitale e sempre disponibile a partecipare ad ogni manifestazione gastronomica. Perché come cuoca è bravissima, è molto ricercata e stimata da tutti. Sono stato veramente contento e fortunato di aver conosciuto un personaggio così. E’ d’uopo ritornare, promesso!
Agriturismo Corbella – Località Viscigline Val Corbella – Cicerale (SA)
Tel. 0974 – 834511 – 838217 – Fax 0974 838422 – Cell. 335 1410567
info@agriturismocorbella.it – www.agriturismocorbella.it
SERVIZI:
Sei camere munite di tutti i confort;
Prezzi variabili a secondo la stagione e la tipologia;
Un pasto completo costa mediamente 25,00 euro;
Lingue parlate: Inglese, Francese e Spagnolo;
Produzione e vendita diretta di prodotti biologici aziendali;
Fattoria didattica;
Trekking, passeggiate a cavallo ed escursioni guidate;
Percorsi in mountain bike, tiro con l’arco e bocce;
Parco giochi per bambini;
Corsi di uncinetto, ricamo, pittura, impagliatura e balli cilentani antichi;
Corsi di cucina tipica cilentana e mediterranea;
Partecipazione diretta degli ospiti alle periodiche fasi produttive aziendali;
Animali da cortile e allevamento di cinghiali e pecore.
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