di Beatrice Crisci
Il titolo di Green Oven 2024 è andato a Ciccio Vitiello con la sua pizzeria Cambia-Menti di Caserta. A lui è stato assegnato il premio a 50 Top Pizza World, la guida dedicata alle migliori pizzerie del mondo. Ciccio Vitiello, nella graduatoria delle migliori 50 pizzerie al mondo, è al 24esimo posto. Ma il suo forno, in via Tenga in località San Leucio, ha sbaragliato tutti gli altri concorrenti per l’attenzione mostrata alla sostenibilità ambientale.
Ciccio, un premio che è una conferma dell’impegno e della professionalità del lavoro che stai portando avanti.
«Non me lo aspettavo! Noi non facciamo le cose per ottenere dei riconoscimenti, ma per uno stile di vita. Questo è per me sostenibilità ambientale. Noi la viviamo realmente anche nella vita quotidiana all’interno dell’attività. Non solo cerchiamo di non fare sprechi operando un’attenta selezione dei rifiuti, ma anche nella ricerca del produttore che rispecchia i nostri obiettivi».
Mi parli, allora, di questo tuo progetto?
«Certo. Un tempo si parlava di km zero, ora però si va sempre più verso l’autoproduzione, perché gli ortaggi che portiamo sulle nostre tavole li produciamo noi. È un progetto nato da tre mesi in una zona che è territorio dell’Unesco, il sito di San Leucio. E nasce a ridosso delle case degli operai che un tempo lavoravano nell’antico setificio. Qui è dove nasce la prima industria fondata sull’umana sostenibilità voluta da re Ferdinando IV. Quindi, quello che io sto facendo è null’altro che riportare all’origine ciò che all’interno di questo sito si è sempre fatto».
Ritornare a quella che era la vocazione di questo territorio?
«Esattamente. Ritornare alla cultura nel vero senso etimologico della parola. Nel mio piccolo cerco di farlo. L’umana sostenibilità a me sta molto a cuore e sta non solo nei prodotti che portiamo a tavola, ma significa anche attenzione e cura al cliente. Quindi accoglienza. E ancora, il rapporto con il territorio che è fondato sul rispetto. E oggi davvero posso dire che mi sono inserito bene in questa realtà. E il riconoscimento che ho ricevuto è una conferma del lavoro che sto facendo. Mi dice che siamo sulla strada giusta. Non significa aver raggiunto l’obiettivo, ma significa aver iniziato un percorso che potrebbe essere quello giusto».
Sicuramente un nuovo modo di fare impresa.
«Sono volto-immagine del movimento Il Pizzaiolo per il Cambiamento. La mia attività si chiama appunto Cambia-Menti. Questo è un filone logico, dice tutto».
E poi l’attenzione per la terra, quella che tu stesso coltivi.
«Vero. Io vivo la campagna quotidianamente. Coltiviamo i prodotti di stagione. Così quest’estate abbiamo prodotto zucchine, melanzane, peperoni, pomodori e basilico. Ora ci prepariamo a piantare quelli invernali, dai friarielli ai broccoli neri, scarole, bieta. Sono prodotti che vanno sulle nostre pizze. Immagina un pittore che acquista i colori e poi lisettembre contiamo di inserire una box di vetro per il senza glutine in modo da soddisfare le esigenze delle persone celiache. Questa per noi è inclusione gastronomica».
Ai giovani che iniziano quest’attività quale consiglio ti senti di dare?
«Se fanno fatica a fare pizza cambiassero lavoro!».
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