Scomparso Aversano, il papà di tutti i sommelier della Campania
Dire che ci ha messo, a noi tutti, il bicchiere in mano è dire poco. Tonino Aversano è stato il primo ristoratore napoletano ad interessarsi dei vini campani, coltivando la passione per la viticoltura e per il mare allo stesso tempo. Sui tavoli storici del suo Don Salvatore a Mergellina, uno dei locali più amati dai napoletani, compreso l’attuale presidente della Repubblica, sono sfilate le prime bottiglie di Falanghina e di Aglianico, uve che Tonino scoprì insieme a Mimì Manzon, scomparso da poco, a Francesco Avallone, compianto papà di Maria Ida, Sissi e Tani, Leonardo Mustilli, Gennaro Martusciello, Angelo Pizzi. Una pattuglia di gentiluomini lontani dai soldi e capaci da soli, nell’indifferenza generale, di portare a nuova luce una storia antica e sepolta persino nella memoria degli uomini. Questa generazione di ormai quasi ottantenni ha raddrizzato le sorti della Campania vitivinicola. Tonino è stato il primo presidente Ais, ha creato schiere di nuovi sommelier salvo poi ritirarsi con signorilità, pronto sempre ad un consiglio ai giovani, a prendere parte alle commissioni dell’Enohobby, a tenere una relazione.
Quando entravo nel suo locale mi sentivo quasi più a mio agio di casa mia, una sensazione incredibile e bella. Ora la sua opera è nelle solide mani del figlio.
E’ andato via in punta di piedi, dopo aver affrontato con coraggio e combattuto a lungo la malattia.
Io lo voglio ricordare insieme a voi tenendo la sua immagine per tutto il giorno in segno di lutto e di rispetto.
Ciao Tonino, grazie per quello che ci hai regalato. Per la voglia che ci hai fatto venire di scrivere. Non ti dimenticheremo mai.
Abbiamo la memoria lunga, nel bene come nel male.
Coltiviamo, come dice Gherardo Colombo, il vizio della memoria.
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Il ricordo sul Mattino di oggi, 15 dicembre
è scomparso dopo aver combattuto a lungo la malattia con grande coraggio. Sembrava addirittura averla vinta, era tornato anche a lavorare con il sorriso ogni giorno nel suo locale, lo storico Don Salvatore a Mergellina che negli anni bui del dopoterremoto aveva tenuto alta la bandiera gastronomica della città insieme a pochi altri. Ma soprattutto Antonio Aversano, Tonino per gli amici, è stato il grande sommelier della Campania. Quello che insieme a Mimì Manzon, scomparso anche lui quest’anno, e ad alcuni produttori «visionari», ha praticamente portato a nuova vita l’enologia regionale dopo decenni di abbandono. Erano tempi, appena vent’anni fa ma sembra un secolo, in cui nessuno ancora osava mettere una bottiglia campana etichettata a tavola. Tonino iniziò a proporre la Falanghina e poi tutti i vini campani ai suoi clienti, per poi organizzare all’inizio degli anni ’90 anche i primi corsi per sommelier a Napoli. Quando, da presidente regionale dell’Ais, ebbe ben seminato, si ritirò con discrezione, sempre pronto a dare un consiglio, una mano. La famiglia e gli amici lo salutano stamane alle 12 nella chiesa di Santa Maria del Parto, a Mergellina.
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