di Antonio Di Spirito
Il 19 maggio scorso si è svolto nel Castello della Leonessa di Montemiletto (AV), per il secondo anno, un grande evento enologico, esteso a tutte le eccellenze irpine.
Vale la pena ricordare che da molti anni in Irpinia, uno dei territori a più alta vocazione enologica in Italia, sono state concesse tre DOCG (Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Taurasi) ed una DOC (Irpinia) che comprende Falanghina ed Aglianico; nessun altro territorio in Italia ha una così alta concentrazione di denominazioni!
Eppure, il Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia ha raggiunto solo da pochi mesi il quorum necessario per ricevere dal Ministero delle Politiche Agricole, nel settembre 2017, l’incarico di svolgere le funzioni di tutela, promozione e valorizzazione per le quattro denominazioni tutelate.
E’ stato un percorso lungo e faticoso per raggiungere questo obiettivo, ma ora sono più di 500 i soci consorziati e sono tutti motivati a recuperare il tempo perduto.
L’evento, già collaudato lo scorso anno, aveva lo scopo di presentare i vini e le eccellenze del territorio ad una folta rappresentanza della stampa italiana ed internazionale ed anche ad appassionati e winelovers.
La formula prevedeva due momenti importanti: nella mattinata una degustazione tecnica aperta solo alla stampa specializzata ed operatori di settore, mentre, nel pomeriggio tutti i produttori che hanno aderito all’evento hanno portato i loro migliori vini nei banchi d’assaggio allestiti al piano superiore del Castello.
Per la degustazione tecnica i vini erano stati preventivamente selezionati da una Commissione Tecnica Territoriale formata da enologi delle aziende del territorio, presieduta dal Prof. Luigi Moio, noto Ricercatore nonché Professore ordinario di Enologia all’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Per la verità, è capitato anche qualche vino difettoso, ma la campionatura proposta ha reso bene l’idea delle annate rappresentate: la 2017 per i bianchi e la 2014 per i rossi.
La degustazione è iniziata con 24 campioni di fiano: vini corretti, con un corredo olfattivo e gustativo molto ampio e che già lasciano prevedere grandi potenzialità con la piena maturazione e con l’ulteriore affinamento; in generale hanno riportato una media piuttosto alta, a testimonianza di una crescita qualitativa corale.
Il secondo round è toccato ai 24 campioni di greco: una classifica più articolata, meno folta nella parte alta, ma, comunque di tutto rispetto.
Conoscendo le grandi capacità d’invecchiamento di questi due campioni di razza, preferirei berli fra qualche anno; ma la loro ecletticità gli permette di essere godibili già adesso!
Un po’ sotto tono i risultati dei 10 campioni di falanghina, un po’ in sofferenza fra le eccellenze irpine, ma con risultati di tutto rispetto. Probabilmente, come ha detto il Prof. Moio, questo vitigno andrebbe studiato più a fondo e rivisitata la sua coltura per sfruttarne meglio le sue grandi potenzialità.
Molto buona la selezione di 12 Taurasi 2014; vini ancora molto giovani, ma di indiscutibile qualità.
Nel convegno che è seguito, ci sono state illustrate le caratteristiche e gli andamenti climatici delle due annate; la 2017 è stata abbastanza problematica con una importante gelata nel mese di aprile, che ha ridotto di molto la quantità, e la ridotta piovosità accompagnata da temperature estive molto elevate. Per fortuna l’altitudine del territorio e la regolarità climatica di settembre, hanno ridato equilibrio qualitativo.
Per quanto riguarda l’annata 2014 dell’aglianico, le considerazioni sono diverse. L’annata ha portato medie di temperature più basse ed è stata molto piovosa, ma il ciclo di maturazione lento e prolungato del vitigno e l’importante tasso di acidità dell’uva, hanno permesso un ottimo recupero in un regolare mese di ottobre.
Troppo pochi 70 campioni per farsi un’idea di un comparto vitivinicolo enorme come quello irpino!
E nel “walkaround testing” pomeridiano i 50 entusiasti produttori hanno avuto modo di proporre le proprie etichette migliori a stampa ed appassionati, cercando la crescita e la diffusione della conoscenza del territorio.
Comunque, questo è l’evento che mancava all’Irpinia e va sicuramente ripetuto nel futuro, anzi, va ampliato.
Penso che già dall’anno prossimo l’evento vada strutturato su più giornate; l’adesione delle aziende deve essere massiccia e debbano essere previste anche visite presso le aziende per la stampa accreditata: solo in questo modo si comunica e si promuove il territorio, solo in questo modo alcune piccole realtà che offrono alti livelli qualitativi, possono avere la giusta visibilità!
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