Allora ormai funziona così, da diversi anni, destra, sinistra, centro, sotto e sopra: la simbologia del potere ai tempi della crisi etica è diventata più omologata, più tesa ad allargare la distanza tra cittadini e politici perché copre il vuoto di idee e di funzione oltre che delle casse da rimpinguare con tasse e autovelox.
Se si fa una manifestazione in cui c’entra la Regione, o la Provincia, il nome dell’assessore tra i partecipanti va sempre indicato tra i relatori, ovviamente tra le conclusioni anche se non sa nulla della materia.
La sua presenza nominale non è affatto indicativa del suo successivo materializzarsi.
Se questo dovesse avvenire, sarà rigorosamente in forte ritardo, con un cellulare sempre acceso dove bisogne più impellenti lo tratterranno dal prendere parte alla discussione in modo attento.
Il peso specifico di chi ha organizzato la cosa si misura prima dalla presenza reale dell’assessore, poi dal numero di minuti in cui resta.
Sarà preceduto dalla scorta e tutte le telecamere a cui benevolmente si concederà pur essendo l’unico motivo per cui è venuto.
Poi l’assessore prenderà la parola e illustrerà l’arrivo di fondi pubblici che saranno salvifici per risolvere tutto, soprattutto i bilanci degli studi grafici che curano la propria campagna elettorale. Si scuserà del ritardo e dirà che dovrà andare via.
Sabato a Ferrara invece è successo questo: l’assessore regionale alla Formazione Patrizio Bianchi, rettore dell’Università di Ferrara, si è presentato al dibattito organizzato da Francesco Turri su Quelli a Tavola con il web: un appuntamento annuale nel quale ci si ritrova con amici e colleghi impegnati da anni in rete in varie forme.
Il suo nome non era tra i partecipanti, la Regione non ha sostenuto l’evento, e lui era venuto semplicemente ad ascoltare per una cosa incredibilmente e assolutamente normale per chi si è formato prima dell’inizio del Ventennio: gli interessava l’argomento e riteneva di cogliere aspetti utili nella sua qualità di assessore alla Formazione.
Capirete il mio stupore quando Fabio Piccoli lo ha invitato a parlare: il suo cellulare era spento, non aveva scorta ed era venuto a piedi come un qualsiasi cittadino. Il suo intervento è stato denso, preciso, interessante, ricordava i nomi di tutti e li citava secondo lo stile americano senza il cognome. Non aveva l’ufficio stampa sottopagato che gli aveva raccolto notizie da Google sull’argomento.
Pensavo di proporre questa cosa al Sud, ma poi mi sono detto: ma dove lo trovo un assessore così?
Beh, anche un Rettore così:-)
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