di Rosa De Angelis
Cioccolato, quando si dice vero amore. In principio furono i Maya a coltivarlo, per i più svariati usi. Oggi il cioccolato, considerato il cibo degli dei, è un alimento facile da trovare e prodotto leader per le Multinazionali, rintracciabile in svariate forme sui banchi dei supermercati. Il vero cioccolato – quello gustoso ma anche salutare – resta però il cioccolato tradizionale, secondo la filosofia di Choco Amore, l’associazione nazionale di maestri cioccolatieri che ogni anno promuove un tour per le città italiane per portare in piazza la cultura e l’arte della produzione artigianale (quindi senza additivi) del cioccolato.
Da domani, 10 marzo, fino al 13 marzo i Maestri cioccolatieri tornano ad Avellino, lungo Corso Vittorio Emanuele, per la Seconda edizione della Festa del Cioccolato, pronti a soddisfare ogni tipo di palato.
Dalla Lombardia alla Sicilia, con il cioccolato di Modica, passando per l’Umbria, che vanta una tradizione secolare nel campo, questi maestri del gusto offriranno al visitatore numerose varianti, creative nella forma e nel gusto, partendo da un unico prodotto, rigorosamente tradizionale, miscela di burro di cacao, zucchero e latte. Dal fondente più deciso al cioccolato bianco, si alterneranno produzioni che richiamano il mondo dei bambini, con personaggi di Walt Disney e di Peppa Pig, ma anche il mondo della tecnologia come Ipad e Iphone in cioccolato, per passare alle più tradizionali tavolette, praline e creme spalmabili. Spazio anche ai più piccoli che potranno, attraverso i chocolab, scoprire l’origine del cioccolato, dalla fava di cacao al prodotto finito.
Per l’occasione verrà scolpita anche una scultura di cioccolata di 50 kg: verrà realizzata in omaggio al capoluogo, ad opera di Stefano Comelli, una torre dell’orologio, simbolo di Avellino, che verrà donata alla città.
Straordinarie le proprietà di questo prodotto, che oltre ad estremamente gustoso, è un ottimo antidepressivo, stimola il metabolismo e ha notevoli capacità antiossidanti. Un motivo in più, o forse un alibi per molti, per lasciarsi andare al peccato di gola.
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