Paolo Russo Colle San Biagio
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: 10,00 euro in enoteca
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
Vista 5/5 – Naso 25/30 – Palato 25/30 – Non omologazione 30/35
Mi dispiace ammetterlo, ma il comparto vitivinicolo cilentano da troppo tempo vive una difficile situazione, un’impasse da cui non riesce a venirne fuori. A parte poche aziende che operano in modo lungimirante e propositivo e proiettate quindi automaticamente verso un progressivo miglioramento, in generale ci si è fermati al boom della metà degli anni ‘90. Non ci sono grosse novità, non si progredisce, non si fa sistema, non c’è collaborazione reciproca ed esiste una colpevole e poca visibilità verso l’esterno. E anche per quanto riguarda il marketing, si fa fatica a collocare le bottiglie di vino sul mercato nazionale, mentre stranamente c’è più possibilità verso l’estero. E dire che le potenzialità iniziali sono integre e ancora poco sfruttate, ma manca la capacità di trovare soluzioni adatte, oppure alternative anche nell’impiego di varietà diverse dal solito e troppo sfruttato binomio aglianico-fiano.
Pochissime novità. Una di queste, che ho scoperto proprio in questi giorni, è quella di Colle San Biagio, posizionata nella florida campagna di Agropoli e distante poche centinaia di metri dall’incontaminato mare della baia di Trentova. E’ curata da un giovane ed intraprendente imprenditore locale che si chiama Paolo Russo, il quale con molta passione da pochi anni si è dedicato alla viticoltura.
Con Marco Contursi mi sono recato a far visita all’azienda ed ho potuto degustare i pochi vini prodotti. In modo particolare mi ha colpito il Chivoli Cilento Aglianico Dop 2011, che prende il nome dal torrente che sinuosamente attraversa tutta la proprietà. Dopo la fermentazione, il vino sosta per dieci mesi parte in acciaio e parte in barili di media grandezza e poi è affinato in bottiglia per ulteriori dieci mesi. La gradazione alcolica arriva a toccare i 13,5° C.
Il colore che traspare nel bicchiere è ancora giovane con un rubino scarico e riflessi violacei. Al naso il vino si presenta bello impettito, esibendo un bouquet fitto e pervasivo. Sono soprattutto le note fruttate a prendere il sopravvento con vagheggi di amarena, prugna, ribes e mora, seguite subito dopo da effluvi floreali, speziati, mentolati e terrosi. Le narici respirano anche profumi sapidamente salmastri. La bocca accoglie con molta disponibilità e ospitalità il sorso che penetra nel cavo orale abbastantemente caldo e connotato da un’energica ruvidezza tannica. Sensazioni di erbe amare, di liquirizia, di china, di iodio e di frutta matura avviluppano il palato. Il finale è discretamente lungo ed intenso. Un vino naturale, direi quasi naif, da ridegustare tra qualche anno e che per adesso può benissimo associarsi alla tipica cucina terragna cilentana. Prosit!
Questa scheda è di Enrico Malgi
Sede ad Agropoli (Sa) – Località Moio – Trentova
Cellulare 338 4685334
Enologo: Giuseppe Capo
Bottiglie prodotte: 10.000
Vitigni: aglianico e fiano
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