Con l’auspicio di “trasformarlo nel salone europeo dei giovani produttori di vino” – come sostiene l’ideatore Andrea Castellani – si è appena chiusa la sesta edizione dell’Only Wine Festival
L’evento umbro con specifico focus su giovani produttori e piccole cantine si è svolto il 27 e 28 Aprile avvolto nel fascino del centro storico di Città di Castello (PG) a nord della regione e molto vicino (geograficamente e culturalmente) alla Toscana. Un festival che sin dall’inizio si è caratterizzato per il piglio fresco e dinamico, con un’impronta mirata che vede protagonisti i 100 migliori produttori under 40 e le piccole cantine (fino a 7 ettari e con meno di 15 anni di storia) selezionati dall’AIS. Diverse, inoltre, le aree tematiche: quest’anno la produzione umbra guadagna uno spazio dedicato e si affianca all’area dei vini rosati e all’area Only Wine International, che resta un riferimento di particolare interesse con vini della Champagne, della Borgogna, della Mosella, della Spagna, della Georgia e della Croazia. L’Only Wine Festival si conferma anche mercato con la possibilità di acquistare direttamene dai produttori e oltre ai banchi di assaggio sono previste degustazioni guidate e masterclass condotte da stimati sommelier ed esperti del settore come Sandro Camilli (Presidente AIS Umbria), Luca Martini (Migliore Sommelier del Mondo 2013), Roberto Anesi (Miglior Sommelier d’Italia 2017), Maurizio Filippi (Migliore Sommelier d’Italia 2016), Andrea Galanti (Migliore Sommelier d’Italia 2015) ma anche Chiara Giannotti (vino.tv) e Francesco Saverio Russo (Wine Blog Roll) tra gli altri.
Insomma, un progetto in crescita alla ricerca di fluidità tramite una non semplice gestione degli spazi in un centro storico, che si ripropone sempre più ambizioso e focalizzato. Uno spazio pensato non solo per più esperti ma anche per gli appassionati che hanno la possibilità di accedere agli appuntamenti “Speed Wine”: incontri di mezz’ora per fornire gli strumenti basilari per approcciare alla degustazione di specifici vini o aree produttive.
Impossibile provar tutte le chicche disponibili ma ecco alcuni degli assaggi migliori della manifestazione:
- Elena Fucci (Basilicata): Aglianico del Vulture DOP “Titolo” 2017:
Azienda di riferimento che esprime tutta la personalità dell’appassionata titolare. Il “Titolo” di Elena resta un Aglianico (del Vulture) di rara precisione e definizione che con l’annata 2017 si affianca ad un’edizione limitata e unicamente dedicata al XX anniversario dell’azienda “Titolo 20° Anniversario” 2017 prodotto dalle vigne più vecchie (75 anni) invecchiato in tonneaux nuove che regala particolare morbidezza e ulteriore profondità ad un vino-garanzia del Sud.
- Tenuta Martarosa (Molise): Tintilia del Molise DOP 2016:
Il vino risponde alla più generale concezione che, anche in Abruzzo e Molise, tende ad “alleggerire” forma e contenuto dei rossi locali i quali, rispettivamente da Montepulciano e Tintilia, sono più noti per concentrazioni importanti. Rubino scarico con profumi di cannella, confettura di fragole e sottobosco per una trama ariosa; ottimo l’equilibrio, retro di cioccolato e infine grande bevibilità che ritrovo su tutta la linea aziendale.
- Pagliari Gabriele (Marche): Bianchello del Metauro Superiore DOP “Il Superiore” 2016:
Un vitigno meno noto che non lesina risultati di particolare fascino se vinificato con la passione che distingue le produzioni artigianali da quelle commerciali ancor prima che nella tecnica. Un vino morbido e minerale insieme, appagante ed equilibrato per chi ama bianchi più opulenti
- Vin de la Neu 2016: l’unico vino di Nicola Biasi (Trentino Alto Adige)
dai suoi 1000 metri di altezza il vitigno johanniter (incrocio tra riesling e pinot grigio, resistente alle malattie fungine) è una delle particolarità che torna all’Only Wine Fest. Teso, elegante e diretto. Una scoperta.
- Pucciarella (Umbria): Trasimeno DOC Cabernet senza solfiti 2015
L’azienda umbra del gruppo Terre del Fondo seguita da Cotarella per un Cabernet diverso dal solito: genuino, scattante e di buona godibilità.
Per gli internazionali mi soffermo su un vino della Georgia.
- Gvymarani (Georgia): Mtsvane 2017 – amber wine.
Un bianco didattico da uva autoctona (Mtsvane) affinato in anfora con le bucce per 7 mesi. Naso dolce con note di albicocca secca, origano, ginestra e zafferano che preparano a un sorso asciutto, intenso. Un vino denso di personalità e storia. Da approfondire.
Tra i rosati:
- Cantina del Signore (Piemonte): Coste della Sesia, Rosato DOC “La Grazia” 2018
Oltre allo spumante Rosè 100% Nebbiolo di Gattinara, Cantina del Signore fa centro anche con un rosato da Nebbiolo che mostra carattere e tutto il potenziale di una delle uve più importanti in Italia: freschezza rinfrescante e sensazione tannica arricchiscono il quadro floreale di buona finezza registrato al naso
- Vini Raimondo (Lazio): Rosato IGT Lazio “Cybelle” 2018
Un’azienda che apprezzo da tempo per la definizione dei loro Cesanese di Affile, incluso questo rosato che nella versione 2018 propone una sapidità annunciata dalle sfumature odorose di acciuga. Da bere sorso dopo sorso
- Tenuta Scuotto (Campania): Campania IGP rosato “Malgrè” 2018
La potenza dell’Aglianico si fa annunciare da un’intensa sensazione di caramella alla ciliegia e una leggera speziatura dolce al naso. L’azienda si distingue per una qualità trasversale che Aldolfo Scuotto riesce efficacemente e appassionatamente a comunicare in ogni occasione
Tra gli spumanti:
- Dal Pozzo Elisa: Erbaluce di Caluso Doc Spumante Metodo Martinotti “Reiri”:
Si conferma la versatilità dell’Erbaluce (100%) in forma smagliante anche in questa versione spumante da Metodo Charmat; bella complessità olfattiva con note di camomilla, oliva verde, zeste di arancia amara; bolla cremosa, buona persistenza.
- Decugnano dei Barbi (Umbria): Spumante Metodo Classico Brut
Didattico questo spumante umbro (Chardonnay 50%, Pinot Nero 50%) di un’azienda rinomata come Decugnano dei Barbi che presenta uno stile molto classico: crosta di pane, burro e un carattere citrino annunciano una beva equilibrata e rinfrescante che non complica una lettura immediata e di ottima versatilità
- Cantina Su’entu (Sardegna): Spumante Metodo Martinotti
Da uve locali. Un vino tagliente e quasi marino dall’identità molto chiara seppur non complesso o pretenzioso.
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