Chiara Ferragni, gli influencer, i fessi e la beneficenza Balocco
di Marco Contursi
Il caso di Chiara Ferragni e la finta beneficenza, mi offre l’occasione per riunire e pubblicare due articoli che ho da tanto tempo nel pc: 1) Quello sugli influencer 2) Quello su food e beneficenza.
Partiamo dalla cronaca attuale. Chiara Ferragni riceve 1 milione di euro dalla Balocco per pubblicizzare un panettone il cui ricavato sembrerebbe andare in parte in beneficenza. In realtà, la Balocco ha già donato 36 mila ad un ospedale, e quindi il ricavato della vendita lo intascherà l’azienda. Che fosse una manovra commerciale era evidente da subito, bastava pensare che se la Balocco voleva solo fare beneficenza, senza un ritorno economico, poteva donare direttamente il milione di euro dato a Chiara Ferragni all’ospedale, così pure, Chiara Ferragni poteva prestare la sua immagine gratuitamente se il fine fosse stato solo quello di fare del bene. La realtà è che entrambi volevano fare lucro e lo specchietto per le allodole era la paventata beneficenza.
Prima considerazione: gli Influencer.
Nel 2023 le persone sentono il bisogno di affidare le proprie scelte ai “suggerimenti” di altri, nel food soprattutto e in tutta Italia, spunta come funghi gente che consiglia dove mangiare. E sorgono ovvie delle domande:
- Quali competenze hanno queste persone? Nessuna, ma poiché la massa come diceva Schopenhauer è “ignorante” e vuole rimanere tale, aggiungo io, presta fede a quello che dice il primo pinco pallo, senza chiedersi “ma questo chi è? A che titolo parla? D’altro canto, questi guru del cibo, solo perché hanno un seguito di alcune migliaia di ignoranti, iniziano a sentirsi degli esperti e quindi, dal semplice consiglio, passano a dare giudizi tecnici su cibo e vini che a loro non compete di dare perché appunto sono ignoranti della materia. E’ un settore che quindi fonda tutto sull’ignoranza di chi scrive e di chi legge. Questi ultimi, i lettori, non vogliono migliorare le loro competenze ma solo trovare conferme di quello che (errando) pensano. Così, non sentiranno Marco Contursi, docente di analisi sensoriale dei salumi, che dice di non togliere il grasso al prosciutto ma l’ultimo arrivato che mentre si “scofanea” con un panino a 5 strati, consiglia questo prosciutto perché “è ottimo, magro magro, senza un filo di grasso”. E così l’ignoranza trionfa.
Altra considerazione, ma quando parlano questi influencer, Ferragni compresa, è chiaro se lo fanno perché pagati per dire certe cose o per opinione personale? Se cioè si tratta di una pubblicità, mascherata da consiglio disinteressato. Quasi mai si capisce, e questo è inaccettabile, visto che la comunicazione ufficiale, quella dei giornalisti, è sottoposta a regole, ma questa degli influencer sfugge a ogni controllo.
Infine questi influencer parlano tutti di food porn, ossia cibo spazzatura che non ha niente in comune con la tradizione italiana, perché riempire una mozzarella di salsa al pistacchio o un panino di cheddar e altre creme fino a farlo scoppiare crea solo un mappazzone immondo. La stessa cosa che accade quando in discoteca ti riempi di alcol mischiando tutto, senza riconoscere neanche quello che stai bevendo. E la stragrande maggioranza dei giovani punta su queste cose, invece che scegliere alimenti di qualità e nelle giuste quantità. Perché è innegabile che un panino che apporta da solo 1200 kcal, con 70g di grassi saturi, sia una schifezza, che fa male.
- 2- Cibo e beneficenza
In questo campo sono stato un precursore perché 15 anni fa già organizzavo serate con tanti chef e la beneficenza era uno degli obiettivi dell’evento. Oggi lo fanno in molti, ma tutta sta chiarezza e trasparenza non la vedo. Si raccolgono 10-15mila euro e poi si portano due buste di giocattoli. E il resto? Spese. Ma scusate, che senso ha far muovere 50 chef per portare 400-500 euro di giochi ai bambini di un ospedale? Vedete, io ho sempre organizzato raccolte di generi di prima necessità e mai di soldi, poiché i soldi non si sa mai che fine fanno, il cibo invece finisce sicuramente nella pancia di qualcuno, e poi, è meno facile che qualcuno faccia imbrogli. Invece con la parola beneficenza, tantissimi ci lucrano, in vari modi, tra cui legandola all’acquisto di prodotti alimentari, senza chiarire, quanto della cifra pagata vada effettivamente al fine benefico. Sono spesso truffe, mascherate da azioni buone e troppi si prestano in buona fede, e con grande superficialità. Andrebbe mostrato sempre, a posteriori, la cifra incassata e il quantum devoluto, così che ognuno possa rendersi conto se sia stata beneficenza o meno.
Ma la colpa ultima è sempre dei consumatori. Infatti esistono i “furbi perché ci sono i fessi”. Perché è un fesso quello che si fa influenzare nelle scelte dal primo “brillantone” di turno, senza chiedersi che titoli abbia, perché è un fesso quello che dona soldi in beneficenza senza accertarsi che fine fanno questi soldi. Anche perché alcune “manovre” come quella di Balocco con la Ferragni, puzzano di strano lontano un miglio. Se la Balocco voleva fare solo beneficenza, donava il milione direttamente all’ospedale.
Quindi, occhi aperti e buon senso nella scelta di chi seguire. E un bel calcio nel sedere ai tanti guru del food che prima di parlare dovrebbero studiare ma “abbiamo fatto credere alle persone che possono diventare ciò che vogliono. Invece ciascuno diventa solo ciò che ha imparato ad essere”.
Inoltre “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli. Prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.
Gramellini ed Eco docent.
Sapete chi sono, vero??!!
No, non sono due nuovi entrati nel Grande Fratello napoletano, ma due scrittori, di cui il primo, una delle penne più argute contemporanee e il secondo un premio Strega da 50 milioni di copie vendute…..e il prosciutto si mangia col grasso !!!!
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