Peppe Cutraro, 33 anni di cui almeno 18 di lavoro, non ha saputo trattenersi quando Federico Quaranta gli ha detto che la sua Casa di Peppe al 222 di Rue Saint-Jacques a Parigi era la migliore pizzeria d’Europa. Poi, quando il giorno dopo ha metabolizzato il riconoscimento di 50 Top Pizza, ha rivolto un pensiero su Facebook alla persona che gli ha svoltato la vita: «Grazie a te che 15 anni fa, da quell’incontro casuale mi insegnasti i veri valori del lavoro da professionisti…ed io ho seguito alla lettera ogni tuo consiglio senza mai esitare! Dedico questo ennesimo successo a te Antimo Caputo».
Peppe Cutraro viene dalle viscere dei Quartieri, Vico Lungo San Matteo, porta il cognome della madre che lo ha tirato su lavorando duro in una pellicceria. Poteva avere un destino segnato, ma non è stato così perché lui ha sempre voluto lavorare ed è così che nel 2003 si iscrive a un corso regionale per pizzaiolo. In verità avrebbe voluto diventare pasticcere, ma il laboratorio che lo poteva prendere in carico come stagista non gli garanti la continuità lavorativa. E lui voleva lavorare per non pesare più sulla mamma Antonietta.
Fa un periodo di lavoro alla pizzeria Il Marchese a Materdei, poi l’incontro con Antimo Caputo che lo spinge a viaggiare e fare esperienza. Erano tempi in cui la pizza ancora doveva esplodere sul piano mediatico: vola così a New York per perfezionare il mestiere da Roberto Caporuscio, torna in Italia per lavorare un periodo sempre a Materdei, da Starita. Poi due anni a Malta dove incontra la moglie Sarah. Ancora sei anni a Losanna e poi l’approdo al giovane e dinamico gruppo di Big Mama, quello che ha realmente fatto conoscere la pizza napoletana ai parigini. L’entusiasmo e tanto, nel 2019 arriva il primo grande importante riconoscimento, vince il Campionato Mondiale Caputo. Una consacrazione per qualsiasi pizzaiolo.
Infine la voglia di mettersi in gioco: un mese prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria apre Da Peppe Pizza e Cucina Italiana in Place Saint Blaise, nel 20esimo arrondissement. Le Parisien titola “Il campione del mondo della pizza si chiama Peppe ed è qui!. Peppe non si ferma neanche durante la chiusura: l’editore Marabout gli propone di scrivere un libro, esce “Pizzas napolitaines: 50 recettes du champion du monde de la pizza” che diventa un caso editoriale e registra 30.000 copie. Ora la sfida più importante, sugli Champs Elysées e la consacrazione di 50 Top Pizza.
«In Francia la pizza napoletana non era conosciuta – dice Peppe Cutraro – l’idea che i francesi avevano della pizza era quelle delle catene internazionali. Quando si sono trovati di fronte alle nostre proposte sono letteralmente impazziti. Sono un popolo che ama mangiare quanto noi e sono tutti grandi conoscitori di prodotti, proprio come noi napoletani. Oggi la logistica ci aiuta ed è possibile fare a Parigi una pizza buona come a Napoli».
Peppe è un ragazzo semplice, mantiene l’anima dei Quartieri: «L’unica cosa negativa è che sto poco con mia madre che vive sola. Ma lei è orgogliosa di me, è contenta per la strada che ho intrapreso e mi ha sempre incoraggiato a viaggiare e a fare le mie esperienze». Oggi il suo Casa di Peppe ha circa 15 dipendenti fra sala, forno e cucina, la proposta è quella di una pizza a impasto diretto che lievita per 24 ore e che ha il cornicione un po’ più pronunciato rispetto alla pizza napoletana tradizionale. Tradizionale è il fior di latte invece della mozzarella di bufala, quello di Latteria Sorrentina, altra azienda napoletana in forte espansione.
Peppe Cutraro è dunque una storia vera, la testimonianza concreta di cosa significa, sul piano antropologico e sociale, il mondo della pizza per tanti giovani: l’orgoglio di fare un mestiere che regala soddisfazioni economiche e psicologiche. Una delle tante storia che Napoli, inesauribile fonte di energia vitalistica, sta disegnando in ogni parte del mondo.
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