Che facciamo sabato sera? Coniglio all’ischitana a casa di amici

Pubblicato in: Minima gastronomica

di Tommaso Esposito

Che fate sabato sera? Solita pizza? Ma no, venite a casa nostra ché Rosalba ha tra le mani un coniglio di quelli ruspanti. Sacrificato apposta per noi, poverino. E poi a Ischia ho imparato bene la ricetta, vedrete.

Suvvia, come si fa a rifiutare l’invito così accattivante di Giancarlo? Accettato.

Una serata slow, dunque.

Lontano dal traffico e dalle snervanti attese del fine settimana.

Un salotto dove ritrovi amici contenti di abbandonarsi al rito antico del desinare in compagnia e di parlare soltanto di cibo e di vino.

Ecco, per me, sussurra Giancarlo, il segreto del coniglio all’ischitana sta tutto nel condimento, nell’olio. Deve essere abbondante. I pezzetti di carne devono quacquariare e il sugo deve riuscire lucido e denso.

E poi gli aromi. Mò che son tornato dall’isola me ne sono portato un po’.

Piperna, piperna soprattutto. La senti?

Eccome, no, che la sento, Giancà! Questo timo selvatico ti attraversa la mente e ti fa vedere la costa.

Bene, a tavola.

Prima i fagottini di speck con formaggio ed erba cipollina. Opera di Ros.

Ci son pure le olive. Uhm, buone. Salamoia equilibrata e non aggressiva, per nulla allappanti. Taggiasche?

Che dici? Son quelle del nostro giardino. Non più di tre kili ogni anno. Non vedi l’ulivo solitario?

Sì che lo vedo, mi ricorda Pascoli:

“Non vuole, per crescere,
che aria, che sole,
che tempo, l’ulivo!
Nei massi le barbe,
e nel cielo
le piccole foglie d’argento!
Tra i massi s’avvinghia e non cede,
se i massi non cedono, al vento.”

Con il sugo caliamo i bucatini. Succulenti.

 

Scarpetta con il pane cafone ancora caldo.

Il vino. Mannaggia la Puglia che mi porto ancora appresso.

Eccovi un Salice Salentino Riserva 2007. Blend di Negroamaro e Malvasia Nera, più che mai ruffiana stasera.

Arriva il coniglio. Perfetto, Giancà.

Sento echi di aia lontana.

E di brezza che coglie le rocce sul monte Epomeo. Suggestioni, lo so.

Che luna perfetta è questa mozzarella.

Pronta per essere adorata, dolce sapida Selene calata dalle terre aversane fin qui.

Grazie a Katia, la piccola gastronomia dietro casa che fornisce la dispensa degli ospiti.

Una coloratissima insalatina: non manca nulla. Brava la cuoca.

Bruno e Filippo hanno portato le zeppoline con granella di zucchero. Di Mattia D’ Angelo ai Camaldoli.  Soffici e profumate di vaniglia.

C’è pure la crostata di melannurche e conserva di amarene. Ma è proprio brava la padrona.

Antonio e Milena son scesi fino a Lancusi da Matteo per la frutta gelato.

Una serata così? Capitasse più spesso.

Reflusso? Macché, lunedì si ricomincia.


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