di Marina Betto
“Chateau d’Yquem i segreti di un vino leggendario” è il titolo di un libro patinato scritto da Cinzia Benzi, Francesca Brambilla e Serena Serrani edizioni Seipersei, che vuole svelare alcuni segreti di questo vino francese noto in tutto il mondo da secoli. Per la presentazione avvenuta a Roma in via Margutta presso la prestigiosa Casa d’Aste Pandolfini lo Chateau ha messo a disposizione l’annata 2017. Mitico, unico, leggendario, immortale, questi gli aggettivi con cui viene spesso definito e ancora inedito e corroborante come scriveva Proust lo scrittore alla ricerca del tempo perduto ed è anche qui il tempo a giocare il suo importante ruolo. “E’ un vino fatto di tempo” sottolinea Cinzia Benzi “il suo fondamento, il suo successo sono dovuti al tempo”. Ma questa leggenda non si costruisce per caso e oltre al tempo entra in gioco il rispetto. Rispetto per il luogo, per la tradizione, per la sua stessa storia che vede gli albori nel 1593 con la famiglia Sauvage a Sauternes territorio nelle Graves a sud-ovest di Bordeaux. 113 ettari di vigneti coltivati a Semillon per 80% e 20% Sauvignon blanc. Dalla fine del 2020 il direttore tecnico di Chateau d’Yquem è Lorenzo Pasquini, trentenne romano, enologo con master a Bordeaux, appassionato e dall’impeccabile savoir-faire ha conquistato l’autrice del libro.
Cinzia Benzi racconta di essersi accorta che anche a Chateau d’ Yquem le cose stavano cambiando quando durante una visita nel 2019 alcune porte si sono aperte, accedendo là dove prima era impensabile entrare, mostrando più disponibilità da parte di coloro che animano e lavorano nello Chateau. Una squadra di giovani oggi dirige la produzione e questo influisce positivamente nel progetto di traghettamento di questo vino nel futuro ma la tradizione è sempre forte e messa in risalto anche da coloro che vi lavorano da molto tempo, ci sono infatti molti pensionati che ancora prestano la loro manodopera.
Sale degustazione nuove, una boutique sono affollate dai visitatori che vogliono scoprire di più su questo vino che vive di leggenda ma la leggenda bisogna alimentarla per non finire nel dimenticatoio. Si deve certamente sottolineare che i nostri tempi non sono quelli da vini dolci, tante aziende italiane per esempio hanno completamente abbandonato la produzione di questa tipologia, vini considerati troppo costosi da produrre e poco richiesti dal mercato.
Se ne rimarrà solo uno questo sarà probabilmente lo Chateau d’Yquem. Assaggiata dall’autrice del libro l’annata 1892 (avete letto bene) dal valore incredibile di 70mila dollari, un’occasione unica che è rimasta indelebile nella sua memoria ma Cinzia Benzi consiglia di bere la 1988, 1989 e la 1990, dal gusto pieno, corposo, ricco di sfumature. Per saperne di più perdetevi tra le righe di questo libro corredato di fotografie d’effetto e sarà un po’ come essere stati a Chateau d’Yquem.
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