Battuto il record di antichità
Tenta bottiglie di Champagne ripescate in un relitto affondato nel Baltico. Uno dei sommozzatori ha riportato in superficie una delle trenta bottiglie, semplicemente per cercare di identificare il vascello colato a picco e si è imbattuto in un tesoro.
Lo Champagne dal gusto «assolutamente favoloso» come ha testimoniato un’enologa che ha avuto il privilegio di gustarlo, potrebbe diventare il più antico Champagne bevibile finora ritrovato.
Naturalmente è partita la corsa allo spot: c’è chi sostiene convinto che si tratta di Veuve Clicquot prodotto alla fine del ’700. Almeno così dicono i responsabili della Moet Chandon interpellati per tracciare l’identikit del carico. È stata proprio l’assenza di luce abbinata alle basse temperature del mare a garantire che lo Champagne potesse arrivare ad oggi con le sue caratteristiche intatte. Del resto che il mare faccia bene alle bollicine non è una scoperta di ieri.
In Italia, per esempio, la cantina ligure Bisson ha avviato un paio di mesi fa un vero e proprio progetto di spumantizzazione subacque al largo di Portofino.
La scoperta potrebbe annientare il record di champagne ancora bevibile detenuta finora da un enologo britannico, che è il geloso custode di un Perrier Jouet, annata 1825.
«Me lo vado a vedere ogni cinque minuti perché non ci posso ancora credere», dice l’enologa secondo la quale ogni bottiglia potrebbe essere battuta all’asta per circa 53.000 euro. Ma essendoCampagne del re di Francia, potrebbe anche valere milioni di euro: per la gioia degli amministratori delle isole Aaland, regione autonoma della Finlandia.
L’articolo pubblicato sul Mattino
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