di Antonio Prinzo
“La stagione dell’amore viene e va” canta Franco Battiato, emozioni che vanno e vengono, innamoramenti che sbiadiscono e poi tornano come un arcobaleno che appare “quando il sole esagera” come canta Ornella Vanoni. Si lo ammetto non sono più un ragazzino e quando ascolto musica leggera anzi leggerissima corro indietro nel tempo, ascolto tutto ma poi torno ai fondamentali della mia vita, sperimento e assaggio, ma torno ai calici, quelli che mi hanno fatto innamorare del vino, quelli che non passano come le stagioni, ma restano fedeli a farci compagnia.
Uno di questi è lo Champagne Aubry, quello che ha sancito un giorno importante della mia vita e ancora oggi mi diverte bere in compagnia, a pranzo e cena o semplicemente guardando un tramonto che infiamma la costiera di fronte allo small village in qui vivo, in questo Cilento che respira di luce e armonia.
Viene prodotto a Jouy-lès-Reims, 20% di Chardonnay, 60% Meunier e 20% Pinot Nero, da 12 a 24 mesi sui lieviti e dosaggio moderato di circa sei grammi per litro. Il risultato è di grande carattere, tonico, profumi di pesca bianca, e qualcosa che mi ricorda i vapori che sprigiona lo zucchero quando viene caramellato, grande freschezza unita a una solida struttura.
Mi affascinano le bollicine che salgono, si scontrano e poi spariscono e ricominciano a salire e giocare nel calice. L’ho bevuto insieme a un prosciutto di Cormons di media stagionatura, potrebbe sembrare un azzardo ma la coppia si è sposata alla perfezione in un gioco di forza e freschezza.
Uno champagne di costo abbordabile e ben distribuito. Una bottiglia che è un viaggio negli stupendi territori dello champagne. E che voglia di viaggio dopo un anno di purgatorio.
Per ora mi accontento di un calice e lo sguardo al tramonto che infiamma tutto il golfo.
Champagne Aubry
6 Gr Grande Rue, 51390 Jouy-lès-Reims
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