Trovo sempre più interessanti i vini della Valle d'Aosta, vini di montagna dove il lavoro del vignaiolo è estremamente duro per la forte pendenza del terreno e per l'asperità del clima. La Crotta di Vigneron è una cooperativa, come ce ne sono tante in Valle, nata con lo scopo di salvare la vitivinicoltura eroica di questo territorio. Infatti l'abbandono selvaggio dei vigneti ha messo fortemente in crisi la sopravvivenza della vitivinicoltura.
Nell'800 gli ettari vitati erano 48, oggi ne sono 12 e negli anni 80, con l'avvento dell'industrializzazione, erano ancor di meno. Quindi la costituzione della cooperativa, avvenuta nel 1980 con 60 soci aderenti, è stata una mano santa, i soci conferitori oggi sono 110 e gli ettari vitati 39. C'è grande sinergia tra i viticoltori, il presidente della cooperativa e l'enologo Andrea Costa, grazie al fatto che i valdostani sono fortemente legati al loro territorio ed alle proprie tradizioni e quindi danno il meglio di se per garantire la riuscita di questo ambizioso progetto.
Tutto ciò ha portato ottimi risultati, la cooperativa produce una vasta gamma di vini di grande qualità, fortemente marcati dalla tipicità territoriale. Sono stati reimpiantati i vitigni autoctoni della Valle, scegliendo per ogni produzione l'area geografica più idonea, considerando che i terreni vanno da un'altitudine di 450 fino a 800 metri s.l.m., quindi le differenze pedoclimatiche sono notevoli. Nella zona di Chambave si produce il muscat, che da tempi remoti da vini estremamente interessanti, sia nella versione dolce che secca.
Ci troviamo su un territorio dalle caratteristiche molto singolari, direi uniche, i vigneti sono allevati dai 400 ai 650 metri s.l.m., su un terreno di natura morenica, ricco in ciottoli e con clima piuttosto secco. Questa cooperativa è conosciuta soprattutto per l'eccellenza dei suoi vini passiti estremamente eleganti, ma voglio soffermarmi invece sul muscat secco, millesimo 2009. Nel bicchiere ha un bel colore giallo paglierino brillante. I profumi sono intensi, come del resto ci si aspetta da un vitigno aromatico, è ampio su un ventaglio olfattivo che va dal tiglio al biancospino, ben espressa la mineralità sui sentori di gesso, poi i fruttati di pesca gialla, albicocca e uva moscato, sottili le note di erba fresca e anice stellato. In bocca da il meglio di se, l'ingresso è dapprima setoso, poi incalzano la vibrante acidità e decisa sapidità in un gioco di equilibri molto stimolante. Il finale è lungo e dinamico sulle note minerali e di tiglio. Per la spinta sapidità lo vedo ben abbinato ai crostacei, ma anche al salmone affumicato, poi ai formaggi caprini di media stagionatura, ma anche freschi ricoperti di frutti di bosco, se ne trovano di eccellenti a Courmayeur.
Musicalmente scelgo un'aria di Bach in versione jazz: Toccata e fuga in D minor interpretata da Jaques Loussier.
Marina Alaimo
Ha sede in Piazza Roncas 2 Chambave AO. Tel. 0166 46670. www.lacrotta.it info@lacrotta.it. Enologo Andrea Costa. Bottiglie prodotte: 350.000
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