Piazza San Francesco, 2
Tel.089.261091
Chiuso il martedì, mai in estate.
www.sanpietroristorante.it
E’ uno che va dritto per la sua strada Francesco Tammaro. E ha cominciato il 2013 mettendo in pratica la sua teoria sul tema crisi. Poche chiacchiere. Tanto lavoro. Più di prima, se possibile. E infatti, tanto per cominciare, non chiuderà – per la prima volta – nel mese di gennaio. Si farà una rotazione, sia in sala che in cucina, e così a Cetara si potrà mangiare tutto l’anno.
E poi, sempre come ricetta anticrisi, un menu dai prezzi più contenuti e, soprattutto, un ritorno agli ingredienti. Poche bizzarrie, esperimenti ridotti al minimo e un ventaglio di prodotti, tutti locali, testati e rodati. Trovate i pomodorini del piennolo e le verdure del suo orto, nel vesuviano, ovviamente il tonno, le alici, l’allitterato, la palamita. Il pescato del giorno, insieme ai prodotti conservati, come secoli fa, soltanto con l’aiuto del sale.
In cucina, una mano sempre solida ed esperta. Barra a dritta. Senza chiacchiere e svolazzi.
E la tavola con sopra i limoni, i pomodorini del piennolo. E soprattutto i ciucciarielli di ceramica, che portano bene.
Il pane con i grissini al finocchietto, fatti in casa, e le focacce, e i panini con le olive.
E, per cominciare, il piatto con tutti i tesori di questo borgo: le alici, il tonno, l’allitterato sotto sale addolcito solo dalla ricotta, e le olive conciate in casa, il pane di grano integrale. Un piatto che vale mille biglietti da visita.
E, ancora, l’allitterato appena scottato, servito sulla pietra fredda con la scarolina croccante. E i gamberi crudi che ti fanno fare pace con i crostacei anche se non li ami. Il mare e basta.
Poi si va facile con la vellutata di ceci, rassicurante, con lo stoccafisso, cotto alla perfezione, tenendo così a bada la naturale gommosità, e il cipollotto crudo a rinfrescare.
E la golosità del fritto, con l’involtino di pesce bandiera e il formaggio che fonde; con la torta rustica di baccalà e la scarola preparata in maniera canonica, come si è sempre fatto nelle case, olive nere e acciughe, uvetta e pinoli.
E l’insalata tiepida di mare. Con la sapidità e la dolcezza in equilibrio, ad esaltare l’olio nuovo, in un guazzetto che è sempre troppo buono e troppo poco. Insalata tiepida che ogni volta ti fa ricordare quelle fredde dei buffet nei ristoranti anni Settanta, ma anche Ottanta. Ma come si faceva a rovinare il pesce così — e soprattutto a mangiarle?
E poi ecco Franco con la sua aragosta locale che più locale non si può. Pescata qui vicino. E come fai ad impedirgli di metterla insieme a due linguine? Cottura della pasta perfetta, va via che è un piacere.
E il filetto di ricciola, semplice semplice, al limone. E’ questa la vera carne di Cetara.
Per chiudere, dolci sempre ad un buon livello. Tradizionali ma alleggeriti. Millefoglie, caprese, pasticciotto con crema al limone, e una pastiera fatta con i cereali.
Tutto in un ambiente sempre elegante il giusto, con un servizio giovane, attento e preparato. Vini, prevalentemente bianchi, con la giusta attenzione al territorio.
Conto sui 40 euro.
Dai un'occhiata anche a:
- Tenuta Giave – Country House con Ristorante e Pizzeria a Montemarano (AV) in Irpinia
- Affacciata sul Lago d’Averno, Masseria Sardo fra storia e leggenda
- Rifugio Rosolea e la cucina cilentana sul Monte Gelbison
- Ristorante “Il Vecchio Frantoio” e le Tette di Monaca del “Cin Cin Bar” a Laterza (TA)
- Le Tre Sorelle a Casal Velino e il mare cilentano di Franca Feola
- QB, Quanto Basta Ristorante per una cucina di carne a Torre del Greco
- Light lunch a Caserta, da Contemporanea
- Osteria da Marcellino a Cusano Mutri