di Cosimo Torlo
L’Abruzzo produce tanto vino, da Colonnella, primo paese porta d’ingresso verso sud fino al Molise la distesa di vigneti è impressionante, quasi tutti collocati nelle aree collinari. Un territorio che ha il privilegio di avere i rilievi montani, dicasi il Gran Sasso e la Maiella alle spalle e il mare Adriatico davanti, tutto questo regala ai vigneti un microclima davvero unico per una sana e naturale viticoltura che ha come vigneto principale il Montepulciano d’Abruzzo. Trattasi dello storico vino simbolo della regione, per decenni un vino da quantità più che di qualità ma da qualche tempo sono molti I protagonist della rinascita selezionando in vigna I frutti migliori per dare più espressività al vitigno, in questo modo facendo esaltare al meglio le peculiarità del Montepulciano d’Abruzzo.
Ma è sui vitigni a bacca bianca che in questi ultimi anni si è avuto un grande salto qualitativo, Pecorino in primis, ma anche la Passerina piacciono sempre di più, questo grazie alla buona espressione fruttata, alla fragranza e nel caso del Trebbiano per l’ottima longevità.
Oggi il mio focus è sul Cerasuolo d’Abruzzo, un rosato da uve di Montepulciano d’Abruzzo che nelle sue migliori espressioni regala struttura, intensità aromatica, freschezza e complessità. Sui rosati il vento sta cambiando, per molto tempo sono stati snobbati dai consumatori così come dai ristoratori, ma oggi, grazie anche ad un approccio qualitativamente più importante da parte di molti produttori. Abbiamo molte aree del nostro paese che su questa tipologia hanno investito con ottimi risultati, ricordo I Chiaretti gardesani che hanno trasformato il loro terrtiorio in un area totalmente “Rosa”, I rosati del Salento, forse quelli che da sempre non hanno mollato nel proporre la tipologia, e oggi a buon diritto si possono inserire i produttori abruzzesi che con il loro Cerasuolo si stanno ponendo nella fascia alta di qualità della tipologia rosé.
Un vino perfetto per tantissimi utilizzi, con la pizza, con le carni bianche, con il crudo di pesce, con i salumi, con la cucina speziata Indiana o messicana, insomma se la bottiglia è ben fatta da molta soddisfazione, Son convinto che questo sia l’anno buono, e che possa avere il successo che merita, seguendo le orme dei rosé spumantizzati, che da tempo hanno avuto una crescita di mercato estremamente significativa e sempre più apprezzati tra I consumatori..
Grazie alla collaborazione con il Consorzio ho avuto modo di degustare 50 campioni praticamente tutte dell’annata 2020, un’ampia selezione di cantine sparse su tutto il territorio regionale, qui di seguito la mia selezione suddivisa in tre fasce; eccellenti, buoni, ancora da migliorare.
Tante aziende nella prima fascia, quasi un terzo tutte accumunate da una coerente espressione floreale e freschezza del frutto, unita a una ricca struttura che non disdegna l’eleganza e la persisitenza.
- Agriverde – Riseis
- La Valentina – Spelt
- Jasci & Marchesani – Nerubé
- Fattoria Nicodemi – Notàri e Le Murate
- Illuminati – Campirosa
- Pasetti – Testarossa
- Marchesi dè Cordano – Puntarosa
- Casal Thaulero – Orsetto Oro
- Codice Citra – Ferzo
- Masciarelli – Villa Gemma
- Cataldi Madonna – Piè delle Vigne 2018
- Zaccagnini – Chronicon
- Il Feudaccio
- Cantina Tollo – Hedòs
In seconda fascia, alcune per pochissimo scarto con la prima, bottiglie che pur esprimendo buoni prodotti erano carenti di qualche elemento importante e significativo.
- Ciavolich 1853 – Fosso Cancelli
- Terzini
- Cantina Tollo – Biologico
- Castorani – Amorino
- Velenosi – Prope
- Tenuta I Favri
- Masciarelli – Colline Teatine
- Gianni Masciarelli
- Valori
- Barone Cornacchia – Casanova
- Torre dei Beati
- Marramiero – Dama
- Montori Vini – Fontecupa
- Agri Cosimo
In ultimo aziende con ancora evidenti carenze nei profumi e/o nella struttura e/o gradevolezza complessiva.
- Tenuta Terraviva – Giusi
- Cingilia
- Collefriso
- Cascina del Colle
- Colle Moro
- Tenuta Arabona – Manus Plere
- Valle Tritana – Aufinum
- Cirelli Francesco
- Valle Martello – Avo
- Chiusa Grande – vinosophia
- Tenuta Secolo IX
- Cioti Vini – Pathernus
- Faraone – Le Vigne
- Barone di Valforte – Valforte Rosè
- Di Sipio
- Vini Casalbordino
- Cantine Mucci – Valentino
- Vinicola Orsogna – Pettirosce
- Olivastri – Marcantonio
- Family Estate Famiglia de Cerchio – Torre Zambra
- La Quercia – Prima Madre
- Cantina Frentana – Costa del Mulino
Voglio ancora sottolineare due aspetti importanti, il primo è il prezzo medio per bottiglia che è tra I migliori d’Italia nella sua categoria, il secondo le moltissime belle etichette, alcune davvero stupende, aspetto questo che valorizza ancor di più oltre che il vino, il lavoro e la voglia di confrontarsi senza remore con il resto del mondo vitivinicolo.
Tutti I riferimenti sui produttori presenti li trovate sull’ottimo sito del Consorzio:
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