
Non meno di 250 pasti fuori casa, non meno di 1500 vini. Beh, cari lettori, non si può dire che quest’anno non abbia lavorato per voi:-)
Tantissime emozioni, tanta voglia di fare nonostante le difficoltà del momento e soprattutto tantissima creatività nei piatti. Ho provato a costruire il mio cenone ideale con voi attraverso dieci portate. Chi mi conosce si stupirà per l’assenza della pasta: non è una presa di posizione, ma la consapevolezza che i piatti di pasta, sempre e comunque, difficilmente possono superare il 18 perché parlano alla pancia. Fosse stato il 2010, avrei inserito la pasta e patate di Nino di Costanzo, ma il gioco è sull’anno che stiamo salutando.
A proposito, è stato duro ma bellissimo:-)

Iniziamo con il vegetale, l’aspetto che più mi ha colpito della cucina di Crippa

Questo è il piatto in assoluto che mi è piaciuto di più. Da tre elementi semplici freschezza, complessità, gioco di consistente, freddo caldo. Tutto, il palato va sull’ottovolante a La Gazzetta.
Ancora vegetali, ancora un grande piatto. E se il primo è moderno il secondo è di classica scuola francese. E chi più di Ducasse?
Interrompiamo l’ascesa con questo piatto filosofico di Niko Romito.
Gennaro Esposito è sempre un grande quando gioca con la tradizione: qui abbiamo un piatto moderno, agile, appagante e non banale.
La folgorazione del 2011 è questa cucina alla punta del tacco d’Italia di Imma Pantaleo.
Passiamo alla carne, un alimento che non amo particolarmente. Lo mangio solo se ne vale davvero la pena, e l’agnello è la mia preferita: qui c’è tutto il mondo di Ciccio Sultano per cui vale la pena di prende l’aereo.
Irrefrenabile voglia di pennuti e Jean Francoise Piege si è imposto con questo piatto straordinario, intenso, inabbinabile:-)
A questo punto spezzerei con questo gelato salato di Niko.
E chiuderei con lo straordinario fico di Crippa.
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