Ho avuto la fortuna di far parte della brigata di cucina della cena del Consiglio Nazionale di Slow Food che si è svolto, lo scorso fine settimana in Calabria, per la prima volta nella storia dell’associazione della chiocciola. Tra una riunione e l’altra, il cibo e il vino calabrese sono stati i grandi protagonisti di questa bella occasione di valorizzazione di persone, idee e relazioni che sono nati negli ultimi anni intorno a Slow Food Calabria. Concordo con Nicola Fiorita il presidente regionale quando afferma “la Calabria che vorremmo c’è già e Slow Food si impegna a raccontarla: portiamo sulle tavole il nostro futuro.
Gran cerimoniere, organizzatore e chef executive dell’evento, Silvio Greco, responsabile ambiente di Slow Food, calabrese che lavora a Roma, vive a Firenze e insegna a Pollenzo.
Silvio da qualche tempo è protagonista delle “cene con il professore” che Eataly organizza a Roma e Torino e per l’occasione dell’incontro di Slow Food ha chiamato a raccolta Bruno De Francesco, chef e titolare dello Zenzero di Serra San Bruno, Rosario Scigliano del Presidio della Podolica, il sottoscritto (per pelare patate) e tanti produttori e prodotti grandiosi del patrimonio enogastronomico calabrese: il Gammune di Belmonte di Mario Arlia, i Moscati di Saracena, la ‘nduja di Spilinga, l’olio di ottobratica di Torchia, i dolci delle Chicche di Taurianova, il Pecorino del Monte Poro, i formaggi della Sila della Fattoria Biò, le conserve di Muraca, il pane di Vincenzo D’Amico, i salumi del Consorzio del Maiale Nero di Calabria, il Magliocco Canino di Casa Comerci, il Magliocco Dolce di Ferrocinto, Il Palizzi di Altomonte, il Greco di Bianco della Casa di Nilla e ancora il Pomodoro gigante di Belmonte e l’immancabile Cipolla di Tropea.
Una cena pazzesca e una serata straordinaria che ha consolidato nell’associazione nazionale l’immagine di una Calabria in grande crescita.
Foto di Vinocalabrese.it
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