di Enrico Bachechi, Laura Naldini, Gianmichele Lombardi e Fortunato Sebastiano
Coadiuvati nella degustazione a Cefalicchio dalla già citata e bravissima Laura Zini si è affrontata la valutazione dei vini seguendo un canovaccio poco convenzionale riguardo a parametri e metodiche di valutazione (soprattutto rispetto all’esame visivo dei vini bianchi, spesso carichi di colore o leggermente velati, particolari, ma di buon valore).Di seguito le nostre impressioni su alcuni tra i vini presentati che ci hanno colpito (impressioni del tutto personali e mosse da volontà esclusivamente divulgativa rispetto ai contenuti del convegno) :SESSIONE MATTUTINA – I BIANCHI1)TOURAINE SAUVIGNON BLANC 2007/LE CLOS DU TUE BOEUF, LES MONTILSIl vino si presenta leggermente velato su un fondo dorato con riflessi verdi, capace di evocare speziati freschi di salvia, zenzero e canapa, agrumi e miele, di media struttura, con buona acidità e morbidezza, leggermente alta la volatile (tra le poche alte) anche se non fastidiosa.2)MOSCATO BIANCO JALAL 2007/AZ. BIODINAMICA CEFALICCHIO, CANOSA DI PUGLIAUn moscato limpido dal bel colore oro antico, ben estratto. Al naso fragola, miele d’acacia, ginestra e pesca gialla, corrispondenza in bocca buona, buona qualità dei tannini al palato. Una buona espressione del terroir di Cefalicchio e di questo lembo di Puglia dove viene prodotto.3)FILAGNOTTI CORTESE 2006/CASCINA DEGLI ULIVI, NOVI LIGUREUno dei simboli della viticoltura biodinamica italiana, il Filagnotti si è presentato un po’ affannato alla cieca, comunque sostenuto da una buona acidità e dalla sempre avvertibile cura che Stefano Bellotti mette nei suoi vini. Un buon aroma floreale di fiori bianchi e gialli, limpido al colore paglierino con riflessi verdi, di media persistenza al palato. Un vino che si lascia sempre bere, comunque.4)DON CHISCIOTTE FIANO 2006/IL TUFIELLO, CALITRIUn grande vino da Calitri, inedito terroir Irpino. Leggermente velato alla vista, bel colore di fondo, intenso e vivo, esprime una ricchezza di sfumature impressionante, una serie di suggestioni aromatiche molto chiaramente riconducibili al vitigno, incenso, pepe bianco, anice e finocchietto, fruttato secco e fresco. In bocca si dipana davvero complesso, lungo ed elegante. Per molti il miglior vino della manifestazione. Complimenti.5)CHARDONNAY 2006/GUILLEMOT MICHEL, MACON BORGOGNAUn bell’equlibrio nel totale, bel colore discretamente intenso e fine, riflessi oro, buon fruttato varietale, ottima la persistenza in bocca, un bell’esempio di chardonnay “naturale” dalla grande Borgogna che si sta risvegliando dopo anni di oblio “commerciale”.6)TREBBIANO D’ABRUZZO 2004/EMIDIO PEPE, ABRUZZOSebbene probabimente inferiore ai grandi montepulciano affinati in bottiglia della storica zienda abruzzese questo trebbiano ha retto bene il tempo e soprattutto si esprime al naso come un vino per niente scontato, capace di emozionare per la sua assoluta schiettezza, per nulla ingentilito o truccato in cantina insomma. Al palato una invidiabile struttura, esotici sentori speziati e di macchia mediterranea al naso.7)RIESLING SPATLESE TROCKEN/CLEMENS BUSH, MOSEL GERMANIARiesling davvero impressionante nella sua fedeltà alla tipologia dei vini della Mosella, un vino che si stenterebbe a far rientrare nei vini naturali in quanto a particolarità dei sentori, comunque un ottimo esempio di vino di terroir, da assaggiare.8)CLOS DE LA COULEE DE SERRANT 2005/VALLE DELLA LOIRA, FRANCIAIl vitigno chenin blanc si esprime da secoli in questa tenuta attualmente di proprietà della famiglia Joly. La soavità del palato è invidiabile, aromaticamente molto persistente, evidenzia sentori floreali e di spezie fresche come l’origano e la salvia, sotto, un velo di aromi ammandorlati riconducibili ai lieviti flor. Un vino che si attende sempre al varco del tempo, da riassaggiare tra almeno dieci anni.9)RKATSITELI 2006 GRAND GRU TSARAPI/PRINCE MAKASHVILI CELLAR, GEORGIANasce dalle due uve autoctone Rkatsiteli 90% e Mtsvane 10%. Il vigneto è inserito nel cru Tsarapi del villaggio di Kardanakhi. Aromaticamente si avverte la notevole complessità derivante dall’affinamento sulle fecce fini per un anno dopo la fermentazione in anfore di terracotta. Gli aromi spaziano dal gassoso terroso del tartufo ai funghi freschi, dalle spezie al cuoio ed alle radici di zenzero e rabarbaro. Note di liquirizia in finale. Un bell’esempio di vino naturale con un bassissimo contenuto di anidride solforosa.10)TERRALBA 2003/CASTELLO DI LISPIDA, PADOVAUna grande conferma quella di Alessandro Sgaravatti, viticoltore naturale, alla cieca il Terralba 2003 si dimostra molto potente e ricco di sfumature personali se paragonato ai vini di simile tipologia. Una grande persistenza gustolfattiva è la caratteristica maggiore di questo vino molto difficile in approccio ma poi estremamente godibile se accompagnato con il cibo adatto, fruttato e delicatamente tannico com’è.SESSIONE POMERIDIANA – I ROSSI1)CILIEGIOLO 2007/OLIS, MAREMMA TOSCANA, GROSSETOUno dei più particolari rossi della giornata, un rosso di rara personalità, segnato da una notevole freschezza che sembra non appartenere al ciliegiolo allevato in maremma e che invece la stessa maremma ha donato a quest’uva condotta in biodinamica in quel di Manciano. L’elegante e non invadente forza aromatica rimanda alla frutta rossa ed alla castagna, su un struttura di medio spessore di cui ultimamente si sente un po’ la macanza. Gran bel vino nonostante, non ci fa sentire la mancanza di iperconcentrazione e strutture parkeriane.2)ROSSO DI MONTALCINO STELLA DI CAMPALTO/CASTELNUOVO DELL’ABATE, MONTALCINOUn grande sangiovese, più Brunello di tanti altri blasonati cugini.. La grande stoffa di un vino che non disdegna un colore granato poco carico, le note di cuoio e ciliegia sotto spirito, e in generale la mìse di un vino d’altri tempi, sapidità compresa. Il terroir che molti in Toscana millantano, è qui espresso senza ombra di dubbio.3)NIBIO’ DOLCETTO 2004 TERRE BIANCHE/CASCINA DEGLI ULIVI, NOVI LIGUREE’ con questo grande nibiò che la cascina degli ulivi esce fuori dalla media dei vini degustati. Un vino dalla territorialità quasi sanguigna, rude e ospitale al tempo stesso, fruttato di frutta rossa e nera, quasi impenetrabile alla vista, di ottima persistenza e con chiusura tipicamente amaricante come dolcetto vuole, un vino straordinario nella sua semplicità.4)FABBRICA DI SAN MARTINO COLLINE LUCCHESI 2005/SAN MARTINO IN VIGNALE, LUCCA Il tempo sembra essere finalmente arrivato per i vini della FdSM in Vignale di Lucca.Spesso chiusi e scontrosi, per qualche anno si fanno attendere, ma in questo caso lo abbiamo trovato davvero in gran forma. Un naso da grande sangiovese segnato molto piacevolmente dai vitigni minori presenti in provincia di Lucca che gli conferiscono la capacità di uscire dall’ambito strettamente toscano in quanto a riferimenti. Un grande equilibrio in bocca ed una persistenza tutta da invidiare, complimenti.5)SICCAGNO NERO D’AVOLA 2006/ARIANNA OCCHIPINTI, VITTORIAIl grande Gino Veronelli aveva visto lungo con questi vini, come sempre. La bravissima Arianna è arrivata ad esprimere nei suoi nero d’avola l’eleganza e la fierezza della sicilia migliore, si ritrova grande garbo in questo vino, sapidità, struttura da vendere evoluta al punto giusto, non contratta o sovraestratta. Una conferma costante per quanto ci riguarda. 5)CHATEAU MUSAR COUVEE ROUGE 2004/ CHATEAU MUSAR, LIBANOIl secondo vino dello Chateau più famoso del Libano sorprende per la sua enorme complessità ed eleganza in totale equilibrio tra i vari vitigni che lo compongono, mourvedre, cinsault, cabernet, grenache, carignan. La leggenda vuole che questo vino si beva anche quando tutto attorno sembra crollare, forse si potrebbe davvero. La buona struttura gli permetterà di invecchiare ancora con buon profitto e nella direzione dei grandi francesi del passato.6)EGO PRIMIS 2003/DIONISOS AGRICOLTURA BIOLOGICA, VALDEPENAS SPAGNAQuesto vino ha sorpreso tutti per la grande particolarità della gamma aromatica, sembrava un bianco se degustato ad occhi chiusi. Ricche note di frutto della passione e albicocca, crosta di pane e fiori d’arancio, quasi un sauvignon blanc. Una sorpresa regalataci da Ivo Bertaina direttamente dal Biofach di Norimberga. Una cantina storica del bio iberico, da seguire e degustare assolutamente.7)MONTEPULCIANO D’ABRUZZO 2003/EMIDIO PEPE, ABRUZZO Un vero e proprio capolavoro di tipicità e schiettezza questo montepulciano 2003. La trama tannica è ancora giovanissima, si avvertono i fruttati primari, la fragola matura, l’evoluzione è appena cominciata. La famiglia Pepe continua produrre vini da lungo invecchiamento con una semplicità davvero sorprendente, figlia della lunga tradizione accumulata nei decenni. Anche qui, da bere tra dieci anni. Complimenti.8)LA MACCHIONA 2003/LA STOPPA, PIACENZAGiulio Armani ed Elena Pantaleoni guidano La stoppa in una direzione sempre più chiara. I vini sono figli delle annate e dei luoghi secondo loro, ogni annata un vino diverso, ogni vigna diverse possibilità nelle varie annate. Qui la barbera e la bonarda si esprimono pariteticamente riportandoci alla mente la provincia piacentina, che deve guadagnarsi tutto due volte si direbbe, tirar tutto su dai fossi. La conferma arriva con un fuori programma: Giulio ci fa assaggiare un pò del suo Ageno, Malvasia, Ortrugo e Trebbiano, uno dei primi bianchi macerati d’Italia. La sorpresa è grande, nonostante i rossi appena degustati la ricchezza di questo grande bianco riesce a venir fuori in degustazione, con l’arancio, la pesca gialla il fico bianco ed i fiori passiti in primo piano, su una decisa struttura tannica ed in totale assenza di anidride solforosa aggiunta. Questa forse la conferma che senza una vera attenzione alle differenti potenzialità vitivinicole, si rischia di tralasciare troppo di ciò che i vitigni ed i territori sono capaci di offrirci, un bianco vestito da rosso per esempio.
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